IL RAGGIO DI SOLE DI SAN LEONARDO DA SECOLI ILLUMINA E GUIDA LA BADIA

IL SOLSTIZIO d’estate è il fenomeno astronomico al quale sono legati riti tra i più intriganti e fantasiosi. E’ l’attimo in cui il sole raggiunge lo Z

Giochiamo all’estate!
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Il colore del pallone

IL SOLSTIZIO d’estate è il fenomeno astronomico al quale sono legati riti tra i più intriganti e fantasiosi. E’ l’attimo in cui il sole raggiunge lo Zenit e pare fermarsi per dare inizio all’estate. Di solito avviene il 21 di giugno di ogni anno in un’ora do poco variabile, ma ogni quattro anni anticipa al 20 per recuperare il ritardo di circa sei ore rispetto all’anno precedente. E’ il caso di questo anno bisestile 2020. Quel particolare momento astronomico è stato catturato ed evidenziato dai monaci regolarti di Sant’Agostino nella chiesa del complesso abbaziale di San Leonardo in Lama Volara che ne avviarono la costruzione alla fine dell’XI secolo. Un complesso e prezioso monumentale protagonista di secoli di intensa storia, una delle più ricche commende dell’Ordine Teutonico, che svetta nella piana daunia a una decina di chilometri da Siponto lungo la statale per Foggia.
NEL TETTO della chiesa realizzarono un foro gnomonico caratterizzato da un rosoncino con undici petali, che al verificarsi del solstizio d’estate cattura il raggio di sole che si trova sulla verticale del foro, per stamparsi giusto nel mezzo dei due pilastri centrali della chiesa. Un fenomeno che dura pochi secondi, quanto basta per attrarre centinaia di fedeli, ma anche studiosi astronomi. E’ una occasione speciale esaltata dal luogo ricco di suggestioni straordinarie. Quest’anno purtroppo la festa non si ripeterà. Il rettore dell’abbazia padre Ciro ha comunicato che la chiesa rimarrà chiusa dalle 10 alle 16 a causa delle misure cautelative antivirus, la messa sarà celebrata alle 20.
MA SE la folla non ci sarà a far da corona al raggio che scende dal tetto illuminando la poderosa architettura della chiesa, il sole sarà ugualmente presente a perpetuare il messaggio che da secoli depone sul pavimento ai piedi del santo di Noblac. Per i monaci che si sono alternati in una delle più potenti badie del meridione, quel raggio ha rappresentato un riferimento fondamentale. Non è un foro praticato a caso: è orientato secondo precise indicazioni rivenienti da accurati studi astronomici. Segna pertanto inequivocabilmente un momento preciso dell’anno sul quale raccordare tutti gli altri momenti dello scorrere del tempo nell’abbazia.
PER i più scaramantici, quel raggio di sole è stato il protettore di quel complesso abbaziale. La sua presenza ha vegliato sulla chiesa e rappresentato la ripartenza dopo ogni periodo di abbandono. Come quello segnalato nel 1882 dallo storico tedesco Gregorovius. Uno dei più importanti complessi medievali pugliesi era finito come stalla per animali. Naturalmente il tutto accompagnato da spogli e vandalismi. Anche il prezioso portale ha rischiato di finire in un museo di Belino. Con le fabbriche conventuali ormai diroccate, l’ultima guerra ha portata via la cappella annessa alla chiesa trasformata in Santabarbara dai tedeschi e fatta esplodere.
NEGLI ANNIi Cinquanta del secolo scorso l’avvio di una nuova rinascita ad opera del benemerito canonico della chiesa sipontina Silvestro Mastrobuoni (1889-1966) “il ricostruttore delle civiltà sepolte”, che oltre a trarre da una indecorosa situazione la chiesa, cercò di rivitalizzare la badia con una serie di iniziative socio-economiche che purtroppo non ebbero seguito tanto che San Leonardo finì ancora una volta nell’oblio. Ma quel raggio di sole evidentemente chiamava. A rispondere questa volta è stato il compianto arcivescovo Michele Castoro (1952-2018) che con razionale lungimiranza ha chiamato a gestire l’abbazia, i “Ricostruttori nella preghiera” i quali con tanta fede e passione hanno richiamato l’attenzione su un bene di grande valenza religiosa, culturale e civile. Tant’è che è intervenuto lo stesso MIBACT che ha messo mano ad un poderoso progetto di ricostruzione del complesso monastico riportato pressoché al suo antico splendore.
<SONO state realizzate – rileva Antonello D’Ardes, consulente del segretariato regionale dei beni culturali – opere che oltre di straordinaria valenza ricostruttiva, hanno consentito una importante ricerca archeologica che ha prodotto informazioni inedite sulla badia utilizzate nei restauri>.
L’ABBAZIA ritrovata. <San Leonardo – annota padre Ciro – è oggi un centro di fede e spiritualità, storia e archeologia, arte e architettura, scienza e astronomia>.
Michele Apollonio

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto

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