Fase 2 in Puglia: mare più sicuro, ma lidi più costosi

Al mare in sicurezza, ma il rispetto dei protocolli da parte dei gestori determinerà un tendenziale aumento dei prezzi di abbonamenti e servizi nei li

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Al mare in sicurezza, ma il rispetto dei protocolli da parte dei gestori determinerà un tendenziale aumento dei prezzi di abbonamenti e servizi nei lidi pugliesi (in alcuni casi un abbonato per il trimestre estivo arriverà a pagare oltre duemila euro). Gli stabilimenti saranno tutti «no-Covid», con le prescrizioni che prevedono il distanziamento, la sanificazione dei lettini e degli spazi comuni, il divieto di assembramento e percorsi di mobilità interna – tra bar, docce e bagni – per evitare calca. «Sembrerà di stare all’Ikea», sintetizza con una battuta un gestore.

«Finora nel Salento ha aperto solo il 5% degli stabilimenti. Molti gestori apriranno entro metà giugno per conformarsi alle nuove norme»: la fotografia del settore è di Alfredo Prete, presidente della Camera di commercio Lecce e presidente Sib Confcommercio del Salento, nonché gestore del Lido York di San Cataldo. Come rappresentante della categoria ha sottolineato come l’invito rivolto ai soci sia di non aumentare le tariffe: «Un po’ di cultura di impresa e responsabilità sociale va applicata. Aumentare i prezzi vuol dire perdere clientela», spiega alla «Gazzetta».

Ma non tutti seguono il consiglio perché le prescrizioni (e il rischio multe) genereranno spese ingenti aggiuntive: dai costi dei dpi, agli igienizzanti, alla cartellonistica, al personale in più per le turnazioni nei bar e nelle cucine. Arriverà anche lo steward di spiaggia, la nuova figura che dovrà illustrare ai clienti le regole da osservare per vivere una giornata di mare riducendo al massimo i rischi legati alla pandemia. Sul bilancio previsto dai gestori peserà fortemente il distanziamento di lettini e ombrelloni. Gli effetti? Molti lidi (è il caso del Cocoloco di Ugento) perderanno il cinquanta per cento della capienza.

«Può così – aggiunge Prete – aumentare la qualità dei servizi, con lidi meno affollati e tante comodità in più per chi li frequenta. La componente psicologica farà la differenza nel servizio alla clientela: la gente non ha dimenticato il coronavirus, offrire sicurezza darà una marcia in più».

Il Coronavirus alimenterà l’innovazione sulle spiagge: sarà l’estate delle app (con costi di gestione aggiuntivi legati a software e personale), per prenotare l’ingresso nel lido, come per ordinare al bar un mojito o una lager gelata, al fine di evitare code alle casse e assembramenti. Di sicuro non ci saranno dj-set con arenili trasformati in dance-floor. La stagione dei balli al ritmo delle hit di Raffaella Carrà, con effusioni incorporate, è rinviata a tempi migliori.

Il nodo prezzi. I costi di sanificazione di centinaia di lettini, nonché degli spazi comuni, determineranno in molti casi un aumento dei prezzi, ma c’è anche chi lascerà le tariffe intatte. Al Lido Onda blu di Marina di Lizzano, in provincia di Taranto, il surplus riguarderà gli abbonamenti (+20%, con una spesa per il trimestre intorno ai 1500-1800 euro), ma ci saranno presidi di sicurezza maggiori (una postazione della Protezione civile) in grado di rassicurare i bagnanti.

Al Coco Beach di Cozze, a Mola di Bari, la stagione costerà 500 euro in più (i prezzi, che variano per tipologia di servizio, vanno per tre mesi dai 1.980 a 2.980 euro, fino ai 3.480 per 8 persone), e il gestore esprime l’auspicio di riuscire a pareggiare i conti (la riduzione dei lettini sarà rilevante). Dal Lido Ottagono di Savelletri (Fasano), Leonardo Sabatelli fa sapere che «aumentano le richieste abbonamenti», mentre i prezzi rimarranno stabili: 45 euro per un ingresso con due lettini e un ombrellone. L’abbonamento? «Con la scontistica si arriverà a 1.200», chiarisce Sabatelli.

Prezzi più contenuti nei lidi family come l’Aziona di Vieste dove le distanze sono favorite dall’ampiezza dell’arenile: 500 euro al mese per una prima fila.

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