Covid 19, Lopalco sull’estate in Puglia: «La sicurezza non può essere affidata alla distanza tra gli ombrelloni»

«La sicurezza non può essere affidata alla distanza tra ombrelloni». Il documento Inail-Iss sugli stabilimenti balneari, «non è un protocollo obbligat

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«La sicurezza non può essere affidata alla distanza tra ombrelloni». Il documento Inail-Iss sugli stabilimenti balneari, «non è un protocollo obbligatorio, ma sono indicazioni generali, sulla base delle quali è opportuno fare protocolli concreti anche valutando la fattibilità». Lo ha spiegato, durante la trasmissione Agorà sui Rai 3, Pierluigi Lopalco, responsabile del Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia. La razio che sta dietro al documento «è che la distanza necessaria in spiaggia è maggiore rispetto a quella che c’è in metro, perché in spiaggia si sta senza mascherina». Ma bisogna «mettere su un sistema che arrivi a garantire un buon distanziamento, considerando che andare in spiaggia è un’attività all’aria aperta e c’è un sole forte che riduce l’attività del virus». In Puglia, ha concluso, «stiamo piuttosto prendendo in considerazione l’occupazione per metro quadro di ogni singolo bagnante, per capire quante persone possono stare contemporaneamente in spiaggia senza creare assembramenti».

«E’ probabile» che in futuro vi saranno altre pandemie simili a quella del coronavirus, causate da virus che hanno fatto salti di specie dagli animali all’uomo. «La frequenza pandemie nei prossimi anni aumenterà a causa della crescente invasione da parte dell’uomo di ambienti naturali». Ha poi spiegato il responsabile del Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia. «Più l’uomo invade ambienti naturali – ha aggiunto l’esperto – più i virus che normalmente li riguardano, interesseranno anche lui». Questa è «la regola del bilanciamento tra le varie specie che abitano il nostro pianeta». E sulla questione spostamenti commenta: «sì alla proposta della Commissione Europea di frontiere aperte tra Paesi dell’Ue con rischio Covid simile tra loro». «Se il movimento di popolazione avviene tra popolazioni che hanno lo stesso livello di circolazione del virus non ha senso bloccare gli spostamenti. E’ come se gli italiani circolassero in Italia».

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