Coronavirus, l’autocertificazione per la zona di sicurezza: il modulo per spostarsi in tutta Italia

Il governo ha emanato il decreto (qui il testo), seguito poi, lunedì sera, da un’altra norma, con i quali, di fronte alla diffusione dei contagi d

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Coronavirus, l'autocertificazione per la zona di sicurezza: il modulo per spostarsi in tutta Italia

Il governo ha emanato il decreto (qui il testo), seguito poi, lunedì sera, da un’altra norma, con i quali, di fronte alla diffusione dei contagi da Coronavirus (che hanno toccato quota 9.172 casi, all’8 marzo, con 463 morti), vengono stabilite restrizioni agli spostamenti delle persone su tutto il territorio dell’intera penisola.

Secondo quanto stabilito, va evitato «ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita», «nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità» o «per motivi di salute».

Insomma: posto che, come ha detto il premier, il senso del decreto si compendia nella raccomandazione a stare a casa , da martedì mattina per muoversi in Italia occorre avere un’autocertificazione. Bisognerà dimostrare che ci si muove per motivi di lavoro o per gravi esigenze sanitarie o familiari.

Per questo il ministero dell’Interno ha predisposto un modulo che si può scaricare dal sito del Viminale (o anche qui: la parte da portare con sé è solo la pagina 3), va compilato ed esibito al momento del controllo.

Chi non può scaricarlo e stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé.

Chi deve fare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di utilizzare moduli diversi. Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario.

Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Spetta al cittadino dimostrare di aver detto la verità.

Se i riscontri saranno negativi scatta la denuncia per inosservanza di un provvedimento dell’autorità che prevede l’arresto fino a tre mesi e una denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica.

La ministra Luciana Lamorgese ha raccomandato nella circolare ai prefetti che le forze dell’ordine informino i cittadini sui rischi.

 

 

 

Corriere della Sera

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