IL 2019 HA PORTATO PIU’ NAVI IN PORTO CRESCIUTI ANCHE I PORTUALI

ANCHE se di leggera entità, il traffico portuale nel 2019 ha fatto segnare un incremento che lascia intravvedere incoraggianti prospettive per lo scal

“NON VOGLIAMO PROMESSE, VOGLIAMO L’INIZIO DEI LAVORI”
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ANCHE se di leggera entità, il traffico portuale nel 2019 ha fatto segnare un incremento che lascia intravvedere incoraggianti prospettive per lo scalo marittimo di Manfredonia. Il totale delle merci movimentate registrato dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale è stato di 568.629 tonnellate con un incremento di 129mila tonnellate. Un dato confermato dall’aumentato numero degli accosti fisato a quota 230: 34 in più del 2018. Simbolico il traffico passeggeri.
MA IL DATO più confortante e promettente è l’accresciuto numero di portuali. Il presidente della cooperativa servizi portuali, Salvatore Prencipe, ha assunto come apprendisti quattro nuovi portuali. Non accadeva da anni che il numero dei lavoratori del porto crescesse: era sempre diminuito fino a fissarsi complessivamente sulle 15 unità. Oggi sono diciannove e l’augurio è che aumenti ancora: le attività portuali, se opportunamente incentivate, costituiscono uno dei grandi poli occupazionali.
A DETERMINARE l’incremento dei traffici delle merci, è il grano tornato ad essere il dominatore di questo porto: ne sono state sbarcate 225mila tonnellate (l’anno scorso furono 160mila). Seguito dall’urea, altra presenza costante con 58.657 mila tonnellate. E’ proseguito lo sbarco di componenti eolici per 29.186 tonnellate: ma più per il peso l’aspetto tecnico rilevante è il volume delle pale eoliche di 150 metri ciascuna. A seguire le circa 27 mila tonnellate di noccioli di olive provenienti dalla Spagna e utilizzati come combustibile da aziende del territorio. Un supporto che va stabilizzandosi è quello dello stabilimento vetraio Sisecam: importa carbonato di sodio (5.000 T), sabbia silicea (23.125 T), vetro per poco più di 2.000 tonnellate ma ne esporta 7.436. Altre tipologie di merci sono perlite, tritello (crusca di grano), pezzi meccanici, mais, nitrato ammonio, fertilizzante, wood pallets, acqua potabile per le Tremiti per 108.690 tonnellate.
LA GRAN parte di questo traffico è in entrata, solo una piccola parte in uscita. Il che sta a significare o della povertà produttiva del territorio di riferimento che è oltre la stessa provincia di Foggia, o il non tener conto di questo scalo marittimo. In definitiva che manca, almeno è mancata fino ad ora, una politica economica che avesse questo scalo marittimo come riferimento. Una prospettiva che dovrebbe cambiare con la istituzione delle ZES. Le zone economiche speciali, una delle quali previste per la Puglia, ha come polo di operativo il porto di Manfredonia.
PORTO che da tempo è oggetto di attenzione da parte dell’Autority portuale Ugo Patroni Griffi, per organizzare i necessari interventi che rendano quel bacino portuale il più funzionale possibile. A cominciare dal ripristino del pescaggio ad almeno undici metri con il livellamento del fondale insabbiato. Per arrivare, attraverso la realizzazione di tutta una serie di opere che assicurino la operatività delle banchine, ai nastri trasportatori che Patroni Griffi ritiene abusivi per non essere mai stati collaudati e neanche utilizzati e che il presidente dei portuali Prencipe si lamenta per essere di ostacolo alla piena utilizzazione delle banchine.


Michele Apollonio

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