Cardiochirurgia e 200 medici in più, il nuovo ospedale di Foggia convince tutti. “Sarà il più bello dell’Italia meridionale

Più di 6 milioni di euro per la Cardiochirurgia al Policlinico di Foggia sono stati messi sul piatto. Le procedure di assunzione per medici e infermie

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Più di 6 milioni di euro per la Cardiochirurgia al Policlinico di Foggia sono stati messi sul piatto. Le procedure di assunzione per medici e infermieri sono già partite. La deadline è fissata e va di pari passo con l’avvio delle attività del Deu, il nuovo ospedale visitato oggi dal governatore Michele Emiliano, e la demolizione del vecchio “monoblocco” che attualmente rappresenta circa un terzo del patrimonio edilizio dei Riuniti. L’ultimo dei “4 passi”, l’aggiornamento periodico sull’avanzamento dei lavori voluto dal direttore generale Vitangelo Dattoli, ha trovato ampia condivisione anche da parte di un pezzo importante della sanità privata, rappresentata da Paolo Telesforo e dal direttore dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, Michele Giuliani. L’amministratore delegato delle cliniche Don Uva e del gruppo omonimo, ha spiegato “l’importanza della sanità pubblica e della integrazione spinta con il privato accreditato per migliorare le performance del sistema sanitario regionale”. Giuliani – responsabile dell’ospedale di San Giovanni, hub decisivo insieme al Policlinico di Foggia -, invece, ha aperto alla coesistenza di due strutture di Cardiochirurgia in Capitanata. “Il nostro obiettivo è quello di trattenere la gente qui e lo possiamo fare solo se miglioriamo gli standard di assistenza – ha commentato a l’Immediato -, noi stiamo continuando ad avere un buon trend sulla mobilità attiva, un paziente su cinque arriva da fuori regione (e non dai territori frontalieri)”. Quanto alla Cardiochicurgia, non esita all’apertura: “Non è vero che due strutture non possono coesistere, stando alla popolazione della nostra provincia, avemmo la possibilità di avere 20 posti letto, noi ne abbiamo solo 10…”.

Dunque, pare sedasi una annosa questione. Così come bagliori sembrano palesarsi nel rapporto, storicamente conflittuale, tra ospedalieri e universitari all’interno dell’azienda di via Pinto. “Con la componente ospedaliera stiamo finalmente lavorando molto bene – commenta il preside della facoltà di Medicina, Gianluigi Vendemiale -, ma l’integrazione si vede più nelle giovani leve che nelle figure apicali attuali. I più datati non hanno compreso le potenzialità dell’azienda mista. Sono molto contento della maturità del nuovo che arriva e rimpiazza chi c’era prima. Sono convinto che il Policlinico sarà l’ospedale più bello dell’Italia meridionale”.

La lunghissima luna di miele targata Dattoli sta portando anche utili in bilancio (“È in equilibrio per il secondo anno di fila”). E, a breve, cambierà anche il Pronto soccorso, con il “brand” fortemente voluto dalla Regione Puglia per uniformare spazi e procedure di attesa in uno dei reparti più contestati (e a rischio per il personale). La sperimentazione è partita al Policlinico di Bari e al Vito Fazzi di Lecce. “L’inizio del trasferimento dei reparti nel nuovo Deu è previsto per luglio 2020, mentre la messa a regime a dicembre 2020 – spiega Dattoli -, entro la prossima estate partiremo con l’abbattimento del Monoblocco, ovviamente considerando lo stato di avanzamento del nuovo ospedale, perché gran parte delle attività saranno trasferite lì. Ancora, stiamo lavorando per riqualificare l’Ospedale D’Avanzo (in primavera partiranno i lavori) e abbiamo chiesto risorse per la riqualificazione del ‘Lastaria’ di Lucera. Finora, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi, con un anno di anticipo rispetto alle previsioni”.

Battute a parte, il sindaco Franco Landella si è complimentato con “l’ex sindaco Dattoli, per la rapidità delle decisioni e per la capacità di realizzare un’opera fondamentale per avere una città all’avanguardia dal punto di vista urbanistico e dei servizi”. Sul fronte Università, il rettore Pierpaolo Limone continua a spingere sul “reclutamento di alta qualità”, cercando di far arrivare in Capitanata “docenti di livello internazionale”. Poi c’è il miglioramento dell’edilizia universitaria – ci sarà un mix di interventi con l’ospedale -, e la spinta sulla ricerca (sono stati destinati 3 milioni di euro per l’ampliamento delle attività della clinica di Lo Muzio). Michele Emiliano ha puntato il dito – ancora una volta – sulla qualità del manager “inviato a Foggia” per risollevare le sorti del territorio. “Quando sono diventato presidente, non avevo la benché minima idea del sistema sanitario pugliese – ha commentato -, ho trovato situazioni che, oggettivamente, erano preoccupanti. Ma abbiamo fatto passi da gigante, scalando la classifica dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, come nessuno al Sud. Questa sarà una sede implementata anche dal punto di vista universitario oltre che tecnologico, soprattutto nel momento in cui attueremo il trasferimento nel nuovo Dipartimento di Emergenza Urgenza dei reparti che erano installati nella vecchia parte dell’ospedale, la demolizione del vecchio plesso ospedaliero consentirà immediatamente di ripartire con una totale ristrutturazione di questo luogo”. “Il nostro obiettivo – ha concluso Emiliano – è quello di creare una sanità olimpionica e in quattro anni è accaduto a Foggia quello che non era successo nei precedenti 30 anni”.

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