Tentata estorsione continuata a Mattinata, inammissibile ricorso di Quitadamo

La ricostruzione del fatto, del tutto sovrapponibile da parte del GUP e della Corte di Appello, spiega perché la parola della persona offesa del reit

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La ricostruzione del fatto, del tutto sovrapponibile da parte del GUP e della
Corte di Appello, spiega perché la parola della persona offesa del reiterato
tentativo di estorsione (..) è da ritenere attendibile, oltre che per ragioni di ordine generale, per l’intrinseca coerenza del suo racconto e per i riscontri costituiti dai danneggiamenti subiti (..)”.

Da atti: con provvedimento di recente pubblicazione, la Corte di Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso presentato negli interessi di Antonio Quitadamo (alias ‘Baffino’), classe 1975 San Giovanni Rotondo, contro “una sentenza del gennaio 2019 della Corte di Appello di Bari, che aveva confermato la sentenza del Gup del Tribunale di Foggia, del marzo 2018, con la quale Antonio Quitadamo era stato condannato a pena di giustizia per il delitto di tentata estorsione continuata, commesso a Mattinata“.

L’uomo aveva proposto ricorso per cassazione, a mezzo del difensore, e, dopo
un ampio riassunto del svolgimento dei primi due gradi di giudizio, aveva dedotto come
motivi l’omessa o illogica motivazione da parte della Corte territoriale.

Innanzitutto: “a) in ordine all’aver ricostruito il fatto esclusivamente sulla testimonianza della persona offesa, dal cui racconto non emergerebbe a carico dell’imputato una
condotta violenza o minacciosa, b) in ordine alla idoneità e univocità degli atti
posti in essere dal ricorrente ai fini della configurabilità del tentativo; c) al
diniego delle generiche e alla quantificazione della pena”.

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