Energas Manfredonia, Confindustria Foggia scrive al Ministro per sì ad impianto „

  Confindustria Foggia vuole il progetto Energas. Ed è pronta a metterci la faccia, schierandosi accanto al patron, Dino Menale, per spiegare

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Confindustria Foggia vuole il progetto Energas. Ed è pronta a metterci la faccia, schierandosi accanto al patron, Dino Menale, per spiegare ai cittadini manfredoniani la “bontà” di insediare sulla costa sipontina l’impianto GPL più grande d’Europa. Perché, secondo il presidente degli industriali Gianni Rotice, il no della popolazione (il 95% al referendum di tre anni fa) non sarebbe autentico, colpa di un difetto di comunicazione. I manfredoniani non hanno capito, o meglio, è stato loro raccontata male. E’ questo quanto emerge dalla missiva inviata da Rotice lo scorso 29 ottobre al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’assessore regionale allo sviluppo economico Mino Borraccino, al commissario straordinario del Comune di Manfredonia, Vittorio Piscitelli e, per conoscenza, al patron di Energas spa Dino Menale, pubblicata oggi da L’Attacco.

Di seguito una serie di stralci dello scritto di Rotice riportati dal giornale foggiano: “La presente per rappresentare il favore di Confindustria Foggia per la realizzazione dell’iniziativa in oggetto ossia il progetto di costruzione di un deposito costiero di gpl in agro di Manfredonia con annesso gasdotto” si legge . “Una iniziativa – secondo l’imprenditore manfredoniano- che rappresenta una tipologia industriale consolidata e già presente su tutto il territorio nazionale con ubicazione anche in ambiti cittadini come, per esempio, a Napoli dove, da alcuni decenni, nella zona orientale sono allocati 4 depositi costieri per una capacità complessiva di stoccaggio di 54mila metri cubi”. E per avallare ancor di più la bontà del progetto, Rotice fa riferimento al “particolare periodo socio-politico” in cui maturò il no, “che portò per una scelta politica dell’amministrazione comunale, oggi destinataria di un provvedimento di commissariamento, all’indizione di un referendum consultivo con cui la città fu chiamata ad esprimersi sull’accettabilità o meno dell’insediamento”. “L’esito referendario fu negativo – ricorda Rotice- ma forse solo per carenza di informazione, essendo completamente mancata nell’occasione l’azione della società proponente a difesa dell’iniziativa”. La situazione socio-politica “è oggi mutata e Confindustria Foggia è disponibile ad affiancare la società proponente nell’attuazione di una opportuna attività di comunicazione finalizzata alla corretta e completa informazione alla cittadinanza”. Insomma, il no del territorio altro non sarebbe che colpa del periodo socio-politico e di un difetto di comunicazione.  La missiva si conclude con l’auspicio che la lettera “possa trovare adeguata considerazione nella valutazioni di competenza dei suoi destinatari”. Sarà così?

No secondo il deputato manfredoniano ex cinquestelle Antonio Tasso, che definisce la missiva una “forzatura” di cui “non se ne sentiva alcun bisogno” su un progetto “che il territorio sta osteggiando in tutti i modi”. “A breve chiederò un incontro col Ministro Patuanelli e oggi stesso parlerò col premier, Giuseppe Conte, cittadino della nostra terra che non può ignorare ciò che il territorio vuole” fa sapere Tasso, che nei mesi scorsi si era dichiarato pronto anche ad incatenarsi di fronte ad eventuali ruspe. “Cosa penso della missiva di Confindustria? Non ne sapevo nulla e già il fatto che siamo stati completamente bypassati, la dice lunga. Dicono che la popolazione è male informata? Bene.  E allora perché invece di scrivere a Roma, a Bari e ovunque, non si è semplicemente organizzato un passaggio con la città per informarla su quello che, a dire degli industriali, i manfredoniani dovrebbero sapere? Sarebbe stato un atteggiamento più coerente. La verità – continua il parlamentare- è che stiamo parlando di un progetto che non porta nulla sul territorio, né in termini di ricadute occupazionali né di indotto. Porta solo danni perché andrebbe a caratterizzare una zona già dilaniata che avrebbe bisogno solo di politiche turistiche sostenibili e lungimiranti, aderenti alla vocazione di questa terra. I cittadini reagiranno e io sarò al loro fianco: chi verrebbe qui sapendo di dover dormire accanto ad un deposito Gpl? A chi giova?” tuona Tasso. Che promette guerra. A partire da questo pomeriggio, col suo personale intervento presso il Presidente del Consiglio.

La missiva di Rotice non smuove neanche il deputato PD di Manfredonia Michele Bordo.  “Noi su questa cosa abbiamo avuto un  atteggiamento chiaro sin dall’inizio – dichiara il dem su queste colonne-. La nostra valutazione politica è negativa e non è mai cambiata. Dopo Enichem, Manfredonia non merita un insediamento produttivo di questo genere. Tre anni fa abbiamo anche chiesto ai cittadini cosa ne pensassero, c’è stata una nettissima vittoria contro l’insediamento. Per noi la linea rimane questa.  Non si può pensare di realizzare questa cosa contro il volere della città. Non voglio commentare la posizione assunta da Confindustria, che è ormai arcinota. Mi interessa il merito e penso anche che l Governo difficilmente si renderà disponibile a fare forzature contro il volere del territorio” conclude Bordo.

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