Mafia a Manfredonia, i motivi dello scioglimento.

ella relazione del Ministero dell’Interno, consegnata al CdM, sullo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Manfredonia si parla apertamente

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ella relazione del Ministero dell’Interno, consegnata al CdM, sullo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Manfredonia si parla apertamente di “assidui rapporti” tra il mondo politico locale ed esponenti di rilievo della criminalità. E mentre la città si interroga sul fallimento della politica a Palazzo di Città, nel documento spuntano connivenze coi clan, concessioni ai soliti noti e assunzioni sospette: questi i temi principali alla base della decisione di commissariare il centro sipontino per i prossimi 18 mesi. 

Un provvedimento che non tiene conto di sentenze passate in giudicato ma che si basa su una serie di opacità che avrebbero macchiato l’azione amministrativa. In casi come questo, le analisi delle procure e le relazioni antimafia bastano a generare alcuni interrogativi sulla reale limpidezza di un ente comunale. Il mafioso non dovrebbe nemmeno pensare di poter interagire con gli amministratori locali; a Manfredonia, invece, ci andava insieme allo stadio.

Ingerenza della criminalità

“Riscontrate forme di ingerenza della criminalità che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità degli organi eletti nelle consultazioni amministrative di maggio 2015 e il buon andamento dell’amministrazione e del finanziamento dei servizi – si legge in uno stralcio della relazione –. In quel territorio è stata giudizialmente accertata la consolidata ingerenza di una potente famiglia malavitosa dotata di una capillare capacità di penetrazione nel tessuto economico sociale, la quale opera in stretta sinergia con la consorteria radicata in altri comuni della Provincia e segretamente con una delle cellule in cui è strutturata l’associazione di tipo mafioso comunemente denominata ‘Società Foggiana’”.

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