Puglia, bluff abolizione vitalizi: la spesa aumenta, assegno anche alla Gentile

In Puglia i vitalizi sono stati aboliti dal 1° gennaio 2013, ma i diritti acquisiti non si toccano. E dunque chi ha maturato i requisiti previsti dall

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In Puglia i vitalizi sono stati aboliti dal 1° gennaio 2013, ma i diritti acquisiti non si toccano. E dunque chi ha maturato i requisiti previsti dalla vecchia legge cancellata a furor di popolo, può ancora chiedere l’assegno con le regole precedenti. Regole particolarmente favorevoli grazie al metodo retributivo, oggi definitivamente accantonato.

Così, alla vigilia delle ferie, il Consiglio regionale ha erogato altri due vitalizi. Il primo riguarda l’ex assessore alla Salute, Elena Gentile, parlamentare europeo uscente, che ha infatti chiesto l’assegno dal 3 luglio, il giorno successivo alla fine dell’esperienza a Bruxelles. La Gentile è stata consigliere regionale da maggio 2005 a giugno 2014, dunque con sette anni di anzianità contributiva valida tra i banchi di quella che all’epoca era la sede di via Capruzzi: avendo compiuto 65 anni, l’ex assessore ha potuto chiedere l’assegno pieno senza abbattimenti, per un totale di 5.186 euro lordi al mese. Una cifra che si sommerà al vitalizio di Bruxelles, e alla normale pensione: la Gentile è medico della Asl di Foggia, anche se alla scadenza del mandato da deputato europeo ha chiesto l’aspettativa.

Ha ottenuto il vitalizio anche l’ex consigliere regionale brindisino Maurizio Friolo. In questo caso, però, l’ex esponente di Forza Italia dovrà accontentarsi di 3.286 euro lordi al mese, perché oltre ad aver maturato solo cinque anni di anzianità contributiva liquidabile, l’avvocato brindisino ne ha chiesto l’erogazione anticipata a 55 anni che comporta un abbattimento dell’assegno di circa il 25%.
Oggi il Consiglio regionale eroga 215 assegni vitalizi, per un costo di circa 14,5 milioni di euro: 156 sono trattamenti diretti, il resto sono di reversibilità.

Ma anche a dispetto dell’abolizione dei vitalizi e della norma approvata a maggio che imporrà il ricalcolo a partire da gennaio, la spesa nei prossimi anni non potrà che aumentare o comunque non diminuire. Questo perché ci sono circa una quarantina di consiglieri che hanno maturato i requisiti soggettivi previsti dalla vecchia legge, ma per un motivo e per l’altro non hanno chiesto la liquidazione dell’assegno: perché sono troppo giovani, ad esempio, o perché ricoprono un altro incarico politico incompatibile. Ma un giorno o l’altro, come è loro diritto, passeranno alla cassa.

C’è poi, appunto, il meccanismo delle reversibilità, che garantisce agli eredi dei consiglieri il 65% dell’assegno diretto. A luglio ne ha usufruito la vedova di Angelo Salamino, consigliere dal 1995 al 2000, deceduto il 4 giugno a 78 anni: la reversibilità vale 3.104 euro lordi. Somma quasi uguale per l’eredita del consigliere brindisino Rosario Rinaldi, scomparso a 89 anni, anche lui tra i banchi di via Capruzzi nella stessa legislatura di Salamino.

Il ricalcolo che scatterà da gennaio colpirà tutti, assegni diretti e reversibilità, ma il risparmio previsto (2,3 milioni l’anno) sarà solo virtuale perché inizialmente i soldi verranno accantonati in previsione degli inevitabili ricorsi da parte degli interessati

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