Treno Tram, parla Angelo Riccardi „

  L'assessore Giovanni Giannini o non segue o non sa o fa finta di non sapere. Perché al treno-tram e progettualità subordinate per non perder

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L’assessore Giovanni Giannini o non segue o non sa o fa finta di non sapere. Perché al treno-tram e progettualità subordinate per non perdere neanche un euro di finanziato abbiamo lavorato tantissimo, facendo decine di incontri. Anche con la Regione”. L’ultima convocazione a Roma è recentissima, fissata per il prossimo 14 maggio. E parteciperanno, tra gli altri, Comune di Manfredonia, Rfi (soggetto attuatore) e Regione Puglia, appunto.

Non ci sta Angelo Riccardi, già sindaco di Manfredonia (si è dimesso qualche giorno fa) e già delegato al Patto per la Puglia, ‘sezione’ Capitanata, alle accuse di inerzia sulla questione treno tram. Nè alla versione dell’assessore regionale. “E’ vero – ammette- il progetto non è sostenibile ma questa amministrazione ha lavorato alacremente affinché lo fosse ed elaborato ipotesi alternative, che ci permetteranno di non perdere neanche un euro raggiungendo comunque lo scopo in termini di mobilità. E quando dico ‘lavorato’ intendo che esistono già progetti, planimetrie e via libera ministeriale”.

E’ la tecnologia BRT (Bus rapid Transit), rivela Riccardi, sulla quale sta lavorando già da qualche mese, circa sei, allorquando il Treno Tram è diventato ufficialmente insostenibile, sotto il profilo economico e tecnologico.

“Qua dobbiamo intenderci – tuona, ponendo la prima questione-, quanti soldi ci sono? Perché nel Patto per la Puglia ve ne sono stanziati 50. Nel contratto Rfi – Governo ve ne sono altri 50. Mi chiedo: sono gli stessi o ne abbiamo 100 di milioni a disposizione? Perché se ne abbiamo 100, ragioniamo. Se ne abbiamo 50 è diverso. Se non abbiamo niente, è ancor più drammatico. Cosa abbiamo? A questa domanda mai nessuno ha saputo rispondere”. Seconda questione: “Le linee guida ministeriali prevedono la tecnologia del treno tram, ma non sono mai state approvate. Dunque parliamo di una tecnologia non omologata nel nostro Paese. Ci siamo interrogati a lungo, abbiamo fatto decine di riunioni per risolvere il problema. Siamo giunti alla conclusione che andava elaborata una subordinata. Quale quella appena esposta. Il Ministero ci ha detto che il Bus Rapid Transit è percorribile. Anche a livello di tempistica: trattandosi di fondi di Sviluppo e Coesione, sono a valere sull’asse che termina nel 2021, non a dicembre 2019 come per il Patto per la Puglia. A seguito di tutto questo lavoro, siamo il 14 ad incontrare il Ministero”.

“Dopodiché – si rammarica Riccardi- non so perché l’assessore regionale risponda così. Tra l’altro dice due cose non vere: quando sostiene che non gli è arrivato alcun progetto dal territorio, si sappia che il Treno Tram è dotato già di progettazione definitiva. Ma anche la subordinata BRT dispone già di un elaborato planimetro inviato al Ministero. Resta aperta, ovviamente, la questione finanziaria, capire quanti soldi abbiamo, sulla quale, come dicevo prima, non abbiamo ancora ottenuto risposta”.

Dunque, che il treno tram non si faccia più è cosa acclarata, e lo era dai mesi precedenti (qui l’allarme di Foggiatoday), per tutte le cose su esposte da Riccardi. Ma inerzia non c’è stata: al contrario, si è già elaborata la progettualità alternativa che consentirà al territorio di mantenere qui i denari

E le carte, ovviamente, sono lì a parlare. Riccardi nell’ottobre 2018 trasmetteva una nota alla Regione in cui trapela preoccupazione per la situazione di stallo venutasi a creare sul treno tram (

o tram treno).  Dovuta ad una serie di concause, scriveva: “A seguito di approfondimenti condotti da Rfi in via preliminare, è emerso che la somma stanziata di 50M è appena sufficiente all’adeguamento delle infrastrutture ed all’attrezzamento delle stazioni urbane. Resta invece escluso l’acquisto dei rotabili, per i quali occorrerebbero altri 25M. Appare evidente che in assenza della necessaria ulteriore copertura economica l’intervento non è realizzabile per il forte rischio di realizzare l’infrastruttura e non avere materiale rotabile da far circolare”. Quindi la tecnologia non omologata: “La previsione di ricorso alla tecnologia Tram – Treno si è fondata sulla ragionevole certezza che le linee guida per la realizzazione di sistemi con caratteristiche tali, dopo essere state annunciate e presentate nella loro impostazione generale dal MIT nel 2012, sarebbero state approvate in tempi rapidi. Ad oggi, trascorsi oltre cinque anni, non solo le suddette linee guida non sono state pubblicate, ma il quadro di riferimento normativo di settore si è ulteriormente complicato con il passaggio sotto la giurisdizione di ANSF delle reti/linee interconnesse alla rete nazionale”.

Il Comune di Manfredonia ha cercato soluzioni. “Ove tale situazione di incertezza permanesse, con il concreto rischio di perdita dei finanziamenti di cui alla delibera Cipe ed atteso l’interesse concreto del Comune di Manfredonia all’efficientemento dei collegamenti con Foggia e alla eliminazione dell’effetto barriera attualmente creato dalla ferrovia all’interno della città di Manfredonia, con ripercussioni urbanistiche negative sullo sviluppo urbanistico ed economico del territorio, si propone – scriveva il sindaco. di operare sin da subito una verifica delle alternative già previste dal Piano Regionale dei Trasporti, ovvero la soluzione basata su un Bus Rapid Transit, che potrebbe consentire comunque il raggiungimento degli obiettivi prefissati, attestando lo scambio presso la stazione ferroviaria di Manfredonia Ovest.  In tal senso – aggiungeva l’ex primo cittadino-, sarebbe indispensabile verificare la disponibilità di Rfi ad una soluzione di tale tipo in termini di disponibilità a definire un accordo per la cessione e/o l’utilizzo delle aree interessate dal tracciato viario”.

“Ove tale soluzione fosse ritenuta condivisibile – concludeva-, la scrivente amministrazione si rende disponibile a condividere ogni utile approfondimento per proporre, tempestivamente, una rimodulazione del finanziamento Cipe al fine di non perdere le risorse economiche indispensabili per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

 

E sarà questo l’oggetto della discussione il prossimo 14 maggio a Roma. Treno tram no, arrivano i BRT. I soldi dovrebbero restare tutti qui, in Capitanata.

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