Mattinata, condannato “il ricciolino” per le persecuzioni a famiglie del paese

Tre anni di carcere ad Antonio Pio Prencipe, classe ’72 detto “il ricciolino”. L’uomo, ben noto alle forze dell’ordine, è stato condannato dal

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Tre anni di carcere ad Antonio Pio Prencipe, classe ’72 detto “il ricciolino”. L’uomo, ben noto alle forze dell’ordine, è stato condannato dal Tribunale di Foggia per le continue persecuzioni ai danni di alcune famiglie a Mattinata. Prencipe è stato ritenuto responsabile dei reati a lui ascritti. Il giudice ha ritenuto necessaria la misura della custodia in carcere per evitare la reiterazione delle sue condotte illecite. Domiciliari ritenuti assolutamente “non idonei” tanto che sono state respinte al mittente ben otto istanze di scarcerazione presentate dal legale difensore.

Ci vollero la bellezza di 14 denunce oltre ad atti di diffida ed innumerevoli interventi da parte delle pattuglie dei carabinieri di Mattinata e Manfredonia per trarre in arresto il pregiudicato. Le condotte contestate all’indagato da parte della Procura della Repubblica e per cui Prencipe fu denunciato, spaziavano dagli atti persecutori, al danneggiamento a seguito di incendio, alla tentata estorsione, all’esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Nel riquadro, Prencipe

I fatti sono gravissimi e di inaudita ferocia, posti in essere da Prencipe nei confronti di alcune famiglie dimoranti in una remota contrada di campagna. Più volte nell’arco della giornata Prencipe raggiungeva i luoghi oggetto di causa e con la scusa di rivendicare presunti e mai dimostrati diritti di proprietà di una strada privata, con piccone ed altri arnesi, danneggiava irrimediabilmente gli impianti fognari e idrici dei vari coloni. Non solo: di notte si appostava sempre sui luoghi in considerazione tentando anche di scavalcare le varie recinzioni e scagliando pietre contro chi si frapponeva alla sua furia: “… esci fuori pezzo di merda che stasera ti tolgo di mezzo; ti sparo; ti uccido a te a alla tua famiglia“. Un crescendo di violenze rivolte anche ai carabinieri – “bastardi, pezzi di merda, pisciaturi, uomini senza palle…” – culminate con la richiesta di somme di denaro ai residenti per cessare gli atti di violenza in loro danno. In un’occasione Prencipe appiccò anche un incendio dei luoghi domato solo grazie all’intervento provvidenziale dei Vigili del Fuoco.

Minacce continue e reiterate, promesse di inverecondi mali, oltraggi e resistenze anche agli stessi carabinieri che operavano e per cui già era stato tratto, in un primo moneto, in arresto. Il risultato di tali condotte hanno comportato e generato nei residenti l’integrale terrore di vivere la loro esistenza in quella zona e di mutare notevolmente le loro abitudini di vita oltre a ingenerare patologie in essi quali disturbi d’ansia e attacchi di panico.

Fu durissimo il commento del legale che assiste le vittime di questa assurda rivisitazione di una grottesca trama alla “Arancia meccanica”, l’avvocato Pierpaolo Fischetti (nella foto in alto): “Assistiamo ancora oggi a squallidi fotogrammi di pura bestialità di chi crede di avere un proprio privato controllo su persone e cose inscenando aberranti, vessatori, comportamenti che dovrebbero indurre nello sgomento inermi e pacifiche famiglie. Così non è e non sarà; anche se la pazienza di alcuni è messa a dura prova dalle lungaggini inevitabili delle procedure e le giuste garanzie da riconoscere, alla fine e nella maggioranza dei casi la giustizia è inesorabile e integralmente riparatoria”. 


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