Siti contaminati, per la provincia di Foggia c’è Manfredonia.

In un approfondimento del Corriere della Sera firmato da Milena Gabanelli, ex conduttrice di Report, emergono dati preoccupanti sullo stato dei te

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In un approfondimento del Corriere della Sera firmato da Milena Gabanelli, ex conduttrice di Report, emergono dati preoccupanti sullo stato dei terreni in Italia. Nella mappa tracciata dalla giornalista, c’è anche Manfredonia tra i “siti potenzialmente contaminati in attesa di bonifica”. In Puglia sono in tutto 322, mentre in Italia 12.482. Il record negativo è della Lombardia, 3.733. Sono invece 58 i siti di interesse nazionale (Sin) a grave inquinamento e con elevato rischio sanitario, di questi la competenza della bonifica è del Ministero dell’Ambiente per 41, delle Regioni per i restanti 17.

“L’interesse, a partire dal 1998, era quello di bonificarli – si legge nel focus del Corsera -. Oggi per la maggior parte resta ancora da capire la portata della contaminazione. Parliamo di aree industriali dismesse, in attività, aree che sono state oggetto in passato di incidenti con rilascio di inquinanti chimici, e aree in cui sono stati ammassati o interrati rifiuti pericolosi”.

A Manfredonia c’è l’area dell’ex Enichem dove – su 216 ettari – è riscontrata la presenza di rifiuti, metalli pesanti e IPA (idrocarburi policiclici aromatici). La competenza della bonifica spetta al Ministero dell’Ambiente. Ad oggi bonificati solo il 18% dei terreni, 0% la falda. Finanziamenti stanziati: 65.943.786 euro.

“Pensiamo a un fondo unico ambientale per sostenere le bonifiche”, ha dichiarato qualche mese fa il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Il suo predecessore, Gian Luca Galletti,aveva già riferito in un intervento al Senato, il 19 gennaio 2017, di circa 2 miliardi di euro stanziati “dal mio Ministero a favore delle Regioni, dei Commissari delegati e delle Province Autonome di Trento e Bolzano”. Finora la somma dei finanziamenti totalizza 3.148.685.458 euro. A fronte di questa spesa, “emerge l’estrema lentezza, se non la stasi, delle procedure attinenti alla bonifica dei Sin”, scrive, qualche mese fa, la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”.

Infiltrazioni criminali 

“Bisogna poi fare i conti – si legge – con la criminalità organizzata: dal 2002 ad oggi sono state 19 le indagini che hanno fatto emergere smaltimenti illegali di enormi quantità di rifiuti derivanti dalla bonifica di siti inquinati. Sono state emesse 150 ordinanze di custodia cautelare, denunciate 550 persone e coinvolte 105 aziende. Insomma, più si ritarda, e più la criminalità si infiltra, quando invece dalle bonifiche lo Stato avrebbe solo da guadagnare. Già nel 2008 e ancora nel 2016, Confindustria ha stimato il fabbisogno in 10 miliardi. Se le opere partissero subito, in 5 anni, si creerebbero 200.000 posti di lavoro con un aumento della produzione di oltre 20 miliardi di euro, con un ritorno nelle casse dello Stato di circa 5 miliardi fra imposte dirette, indirette e contributi sociali.

L’Istituto Superiore di Sanità da anni monitora i rischi per la salute dei circa 6 milioni di abitanti che vivono nelle aree dei 45 (su 58) siti più contaminati d’Italia. Per chi ha meno di 25 anni, è stato registrato un aumento di tumori maligni del 9% rispetto a chi vive in zone non a rischio”.

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