Manfredonia. Stop antibracconaggio nel Parco del Gargano: fermato 33enne

 Brillante operazione dei carabinieri forestali in agro di Manfredonia (Fg) alla localita’ “Amoroso”, finalizzata al contrasto del bracconaggio all’in

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 Brillante operazione dei carabinieri forestali in agro di Manfredonia (Fg) alla localita’ “Amoroso”, finalizzata al contrasto del bracconaggio all’interno della zona umida di Lago Salso, area di sosta e di passo delle innumerevoli specie migratorie che si fermano per riposarsi dal lungo viaggio di andata e di ritorno dai luoghi caldi di riproduzione.

Il fenomeno è ormai noto tanto che i militari in servizio nell’oasi protetta nei periodi di migrazione effettuano dei controlli mirati volti a contrastare la caccia di frodo a protezione delle specie migratorie e stanziali. L’attivita’ condotta dai militari del S.o.a.r.d.a. (sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali) con la collaborazione di militari dei reparti carabinieri Parco del Gargano e dell’alta murgia hanno posto a fermo un 33enne della zona e sequestrato l’impianto di frodo composto da reti per l’uccellagione e un richiamo elettromagnetico per allodola ponendo fine all’atto illecito.

Da controlli effettuati il soggetto G.S, di 33 anni è stato arrestato per furto aggravato venatorio, maltrattamento degli animali e deferito alla a.g. nei pressi dell’impianto, sottoposto a sequestro, occultato in mezzo a piante di fico d’india, è stata anche rinvenuta una voliera con 50 esemplari vivi di allodola, derivanti da precedenti catture.

Il risultato dell’operazione ha portato, altresì al sequestro di 18 reti da uccellagione ed altro materiale che serviva a riprodurre il canto dell’allodola nonché 65 esemplari vivi di allodola.

La pratica dell’uccellagione è attualmente vietata in tutto il territorio italiano in ottemperanza all’articolo 3 della legge n. 157 del 1992 (norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio). L’uccellagione è una pratica di caccia illegale attuata con l’impiego di dispositivi fissi e finalizzata alla cattura indiscriminata e di massa della selvaggina volatile.

Gli esemplari vivi di allodola sono stati liberati sul posto dai militari dell’arma dei carabinieri forestali restituendo loro la libertà.

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