Foresta Umbra, Cacciatori rintracciano disperso: il racconto di Stefano „

Non finirà mai di ringraziare i quattro 'Cacciatori di Puglia' che il 29 settembre lo hanno rintracciato e soccorso in Foresta Umbra. A FoggiaToday S

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Non finirà mai di ringraziare i quattro ‘Cacciatori di Puglia’ che il 29 settembre lo hanno rintracciato e soccorso in Foresta Umbra. A FoggiaToday Stefano ripercorre gli attimi di quell’escursione da brividi in montain bike durata 10 ore e terminata intorno all’una di notte con l’abbraccio, liberatorio e fraterno, ai suoi angeli.

La disavventura in Foresta Umbra di Stefano

È il 29 settembre e sotto l’ala di San Michele, il viestano si reca in Foresta Umbra in bici. Sono le 15, di pedalata in pedalata, Stefano si rende conto di aver perso l’orientamento e, intimorito dalla presenza di alcuni cinghiali, si allontana ancor più.

“Avevo fatto altre volte lo stesso percorso, ma a un certo punto ho visto dei cinghiali e nell’allontanarmi mi sono addentrato sempre più nel cuore della foresta. Ho iniziato a girovagare cercando una via d’uscita ma senza successo”

I minuti passano, subentrano panico e paura. La zona è impervia e non c’è campo per avvisare i suoi familiari dell’accaduto. Intorno alle 17.30, Stefano riesce a lanciare l’Sos ai carabinieri e comunica le coordinate del gps al comando della Forestale: “L’operatore ha cercato di capire dove mi trovassi e mi ha detto di fermarmi e di richiamare non appena avessi sentito le sirene”.

A quel punto il benzinaio della città del faro chiama la moglie e avvisa gli amici tramite WhatsApp. Intorno alle 19 comincia a sentire delle voci ma subentra un problema. La batteria del telefono è scarica. Nel frattempo proseguono le operazioni di soccorso.

“È subentrata la paura” ci confida. “Sono salito su un albero come una scimmia e da lì ho cominciato ad urlare a più non posso”

Passano le ore, Stefano sente voci e sirene (“dopo ho saputo che tanta gente era venuta a cercarmi”) ma le sue urla, trovandosi la zona a ridosso di un canalone, purtroppo non raggiungono i soccorritori. “Mi chiedevo, ma come mai non mi sentono?”. Non c’è più tempo da perdere, sono le 23 e Stefano è ancora lì, in un punto indefinito della Foresta Umbra

“Per fortuna c’era una luna quasi piena a farmi luce, compagnia e a darmi conforto. Ero stanco, avvertivo i crampi, ero debilitato e sentivo freddo”

Cinque ore di ricerche ma del 42enne nessuna traccia. A questo punto entrano in azione i Cacciatori di Puglia. Manco a dirlo, Stefano è salvo: “Quando li ho sentiti sempre più vicini ho trattenuto il respiro e ho urlato così forte che uno di loro mi ha percepito. Erano in quattro, quando ho visto le luci bianche delle torce ho fatto un salto dall’albero, ho recuperato la bici e ci siamo abbracciati forte”.

I cacciatori si accertano delle sue condizioni psicofisiche e gli offrono qualcosa da bere e da mangiare. C’è però ancora un po’ di strada da fare, circa venti minuti a piedi per raggiungere il mezzo con cui verrà trasportato al pronto soccorso di Vico del Gargano. Sono le due e finalmente Stefano può riabbracciare i suoi affetti più cari, non prima però di aver immortalato quel momento con una foto ricordo insieme ai quattro ‘Cacciatori di Puglia’

“Li ringrazio di cuore e ringrazio tutti quelli che sono intervenuti e hanno cercato di rintracciarmi. Non mi sono mai sentito abbandonato”

Morale della favola? “Mai avventurarsi da soli in Foresta Umbra”

 
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