I LAVORATORI EX SANGALLI BOCCIANO SISECAM

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<<non concludono l’accordo sindacale – mancata presentazione di un piano industriale – non fidarsi della genuinità del programma industriale – rifacimento del forno fusorio – addirittura esponendolo agli stessi lavoratori – riassunzione dell’intero personale – potrebbe chiudere in via definitiva>>

Sisecam non convince; avanza Elliot. I lavoratori ex Sangalli, protagonisti attivi nella scabrosa vicenda che si protrae da tre anni, del complesso industriale vetrario ex Sangalli, vanto e riferimento del settore, non concludono l’accordo sindacale, condizione sine qua non per definire l’assegnazione al gruppo turco.
L’assemblea dei lavoratori riunitasi per valutare se accettare o meno l’accordo con Sisecam ex articolo 47 della legge fallimentare, ha deciso di non accettare. <La mancata presentazione da parte di Sisecam di un piano industriale in sede regionale, alla presenza di Leo Caroli responsabile della task force regionale per il lavoro – rileva Massimo Ciuffreda della RSU della Sangalli-Manfredonia vetro – ha creato scalpore tra gli operai al punto di non fidarsi della genuinità del programma industriale per la ripartenza dell’intero sito. Il gruppo Şişecam ha più volte ripetuto, sia in Assindustria a Foggia che a Bari, di essere impossibilitato nel presentare un programma definito per il rifacimento del forno fusorio>.
Forno fusorio che è il cuore e il motore del complesso vetrario di Macchia e dunque tale è anche per la verifica delle “intenzioni” di chi vuole acquisirne la proprietà. Il riscontro conseguenziale è l’assunzione delle maestranze rimaste senza lavoro da tre anni. <I lavoratori – precisa Ciuffreda – hanno semplicemente praticato la scelta tra chi si è già garantito in Regione Puglia e ha permesso a tutti i lavoratori di usufruire di 2 anni di ammortizzatori sociali, la Elliot, e chi, la Sisecam, ancora non più tardi dello scorso venerdì 8 giugno, si è ostinata a non presentare il progetto per il rifacimento del forno fusorio>.
Alle incertezze e nebulosità espresse dalla società Sisecam, fanno riscontro – rilevano i lavoratori – la concretezza e la chiarezza della proposta del gruppo Elliott che ha addirittura presentato non solo il piano industriale definito nei particolari tecnici ed economici, ma addirittura esponendolo agli stessi lavoratori dai tecnici dell’impresa “Stara Glass” di Genova cui si è rivolta Elliott impegnando la spesa di 600mila euro. <Un modo evidente delle positive intenzioni di Elliott>, annotano i lavoratori per i quali il colosso americano ha investito <circa 5 milioni di euro sul personale – viene evidenziato dai lavoratori – garantendo la riassunzione dell’intero personale della Sangalli-Manfredonia Vetro dal primo gennaio 2019. Tutto questo – evidenziano – certificato nei progetti industriali depositati alla Regione che garantiscono la realizzazione degli obiettivi posti da Elliott>. Insomma, le maestranze propendono per il certo contro l’incerto.
Ora tutto è nelle decisioni che assumerà il tribunale di Treviso. Per i lavoratori in comprensibile stato di ansietà, la situazione è ben delineata. La Elliott – ragionano – è risultata seconda nell’ultima asta con un consistente budget finanziario, tecnico e sindacale, il giudice pertanto, in considerazione dell’assenza di un accordo sindacale con Sisecam, potrebbe chiudere in via definitiva, avendo già il gradimento dei lavoratori, il fallimento Sangalli attribuendo alla Elliott il complesso industriale di Macchia. L’altra opzione è che si riapra l’asta ripartendo dai 17,5 milioni di euro messi sul piatto da Elliott.


Michele Apollonio

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