Il nostro mare devastato dalla plastica, picchi più alti alle Isole Tremiti. “È come negli oceani”

Un inquinamento da plastica e microplastica nel Mediterraneo paragonabile a quello del Pacifico, solo che il Mediterraneo non è un oceano, ma un baci

CAPODANNO, BOOM DI TURISTI IN PUGLIA
Commercio periodo estivo su aree comunali, ok l’avviso pubblico
Riorganizzazione Agenzia INAIL a Manfredonia

Un inquinamento da plastica e microplastica nel Mediterraneo paragonabile a quello del Pacifico, solo che il Mediterraneo non è un oceano, ma un bacino semi chiuso. A lanciare l’allarme sono l’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Genova (Ismar), l’Università Politecnica delle Marche (Univpm) e Greenpeace Italia: nelle acque marine superficiali italiane si riscontra un’enorme e diffusa presenza di microplastiche comparabile ai livelli presenti nei vortici oceanici del nord Pacifico, con i picchi più alti rilevati nelle acque di Portici (Napoli) ma anche in aree marine protette come le Isole Tremiti (Foggia).

“I risultati indicano che l’inquinamento da plastica non conosce confini e che i frammenti si accumulano anche in aree protette o in zone teoricamente lontane da sorgenti di inquinamento – dichiara Francesca Garaventa, responsabile Cnr-Ismar dei campionamenti – Infatti, nella stazione di Portici, zona a forte impatto antropico, si trovano valori di microplastiche pari a 3,56 frammenti per metro cubo ma valori non molto inferiori (2,2) si trovano anche alle Isole Tremiti”.

Per avere un’idea di cosa significhino tali valori, immaginiamo di riempire due piscine olimpioniche con l’acqua delle Isole Tremiti e l’acqua di Portici: nella prima ci troveremmo a nuotare in mezzo a 5.500 pezzi e nella seconda in mezzo a 8.900 pezzi di plastica.

I risultati sono frutto dei campionamenti realizzati durante il tour “Meno plastica più Mediterraneo” della nave ammiraglia di Greenpeace, la Rainbow Warrior, che la scorsa estate ha visitato le coste del Mediterraneo. Ai risultati prodotti dal Cnr-Ismar si aggiungeranno, nei prossimi mesi, anche quelli raccolti da Univpm per stabilire la presenza e la composizione di microplastiche nei pesci e negli organismi marini.

Obiettivo dei campionamenti effettuati da Ismar è stato stabilire la quantità e la composizione di microplastiche sulla superficie delle acque marine italiane e nello zooplancton e produrre maggiori dati per supportare la standardizzazione e armonizzazione dei protocolli per la ricerca scientifica. Le plastiche sono polimeri sintetici la cui produzione è esponenzialmente aumentata negli ultimi 50 anni: solo nel 2015 sono stati prodotti 300 milioni di tonnellate e ogni anno in mare ne finiscono circa 8 milioni di tonnellate.

false

COMMENTI

WORDPRESS: 0