Terme e turismo sul Gargano, le 300 sorgenti che fanno sognare Terrenzio

Conferenza stampa di fine anno questa mattina presso la sede del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano. Il presidente Eligio Giovan Battista Terre

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Conferenza stampa di fine anno questa mattina presso la sede del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano. Il presidente Eligio Giovan Battista Terrenzio insieme al direttore, l’ingegner Marco Mucciaccia hanno stilato i risultati raggiunti nel 2017 e annunciato gli obiettivi prefissati per il 2018. L’anno che si sta per concludere è stato caratterizzato dall’importante inaugurazione degli impianti dell’acquedotto rurale a Stignano, tenutasi qualche mese fa. Prima le imprese del Gargano erano costrette ad usare le autobotti, ora hanno l’acqua, grazie ad un sistema di acquedotti rurali, che il Consorzio gestisce in proprio.

100 km già sono stati realizzati, ha spiegato Terrenzio, e la Regione ha assegnato nuovi fondi per l’estensione dell’acquedotto rurale di altri 60 km. Si tratta di risorse pari a 15 milioni e mezzo, che rientrano nell’ambito dei fondi del Patto per la Puglia, destinati ai Consorzi pugliesi.

Stiamo procedendo col vivaio forestale insieme al Parco, il vivaio ha una valenza ambientale importantissima, significa avere una banca del seme che ci consente di non snaturare il Gargano, che ha una biodiversità unica. Sappiamo tutti che la Montagna Sacra ha una flora mediterranea insieme ad alberi continentali e nordici come le faggete vetuste”. Il Consorzio si adopera anche all’irrigazione di campi spontanei, su propri suoli, come gli agrumeti e gli oliveti della piana di Carpino. Circa 1000 ettari a valore per l’Ente montano.

Gli obiettivi del 2018 non sono pochi. Anzitutto, Terrenzio e la sua struttura intendono valorizzare le sorgenti potabili col ripristino dei mulini ad acqua a Vico e Ischitella, che potrebbero essere intesi “come braccio operativo per la fruibilità turistica del territorio”. Sono circa 300 le sorgenti del Gargano Nord non sfruttate che potrebbero essere utilizzate non soltanto per la potabilizzazione, ma anche in chiave turistica e salutistica.  

Sono un fruitore dell’acquedotto rurale, lì vicino sono nati agriturismi, aziende zootecniche e caseario. Sono un convinto sostenitore dei finanziamenti, ma bisogna progettare – ha commentato il presidente -. Stiamo aspettando solo le autorizzazioni. Di quei 100 milioni per le bonifiche ci hanno dato una buona quota. Tra il 2019 e il 2020, le opere saranno terminate. Questa mattina parte il crono programma della Regione, che prevede l’affidamento dei lavori in estate. Piccoli rallentamenti potrebbero esservi solo per le autorizzazioni di due manufatti di accumulo a San Giovanni Rotondo, che sono dei serbatoi di compenso e stazioni di rilancio”.

Sono attualmente 300 le aziende che si servono dell’acqua consortile. Tra queste anche il Parco e il biscottificio Sotto le Stelle, giusto per citarne qualcuna. Alle imprese vengono erogati 400 metri cubi d’acqua al giorno, laddove l’impianto di potabilizzazione ha una potenzialità di 2000 metri cubi al giorno. Il costo è simile a quello dell’Aqp, per un approvvigionamento che oggi arriva solo da 3 pozzi. Per questo è importante rendere attive le 300 sorgenti presenti nel suolo carsico.

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