I terreni sono umidi la diga può riempirsi

Poco meno di 2 milioni di metri cubi in più nella diga di Occhito dopo le piogge della scorsa settimana. Un milione e mezzo dopo il primo rilevamento

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Poco meno di 2 milioni di metri cubi in più nella diga di Occhito dopo le piogge della scorsa settimana. Un milione e mezzo dopo il primo rilevamento, altri 250 mila metri cubi a cavallo tra sabato e domenica. In totale fanno 44 millimetri caduti nell’ultima settimana. Quisquilie, direbbe Totò. Eppure qualcosa si muove contro la crisi idrica: a novembre sono caduti in provincia di Foggia 75 millimetri di pioggia, segnala il meteo del Consorzio, ovvero 15 millimetri in meno rispetto alla media del periodo (90). Se pensiamo che a ottobre la differenza è stata quasi di 50 millimetri, il quadro sembra destinato a ristabilirsi. Ma è sempre crisi idrica: il fatto nuovo è che le piogge cadute su Occhito e dintorni cominciano ora a essere rilasciate dai terreni resi aridi dall’ultimo caldo torrido e dalla siccità dei mesi estivi. Tant’è vero che in campagna sono cominciate le semine del grano. Ora che i terreni cominciano il rilascio d’acqua, basterà il prossimo acquazzone a far riempire significativamente la diga? «Sempre che arrivi nei prossimi giorni, altrimenti i terreni si asciugano di nuovo e non abbiamo fatto niente», annota Giuseppe De Filippo presidente del Consorzio di bonifica della Capitanata.

Nella necessaria osmosi fra lago e territorio, al Consorzio tengono sotto controllo soprattutto il meteo su Molise e Campania le due aree di affluenza sia per il bacino del Fortore (che alimenta Occhito) che del Cervaro, al confine con l’Irpinia. Le previsioni per le prossime ore non sono positive (precipitazioni previste solo sul versante tirrenico), c’è aria di alta pressione sulla Capitanata almeno fino a domani. Bisognerà forse attendere il prossimo fine settimana per veder mutare lo scenario meteo-climatico. Non ci sono nuove prescrizioni tuttavia rispetto all’erogazione del potabile. «Con l‘acqua che c’è oggi a Occhito (57 milioni mc.) potremmo star bene un altro anno», ribadisce De Filippo. L’acquedotto pugliese, come si ricorderà, ha praticato finora due riduzioni della pressione (l’ultima il 10 novembre) come stabilito d’intesa con Regione, Autorità idrica pugliese e Anci Puglia per risparmiare l’acqua contenuta nelle dighe di Occhito e del Pertusillo (in Basilicata) e le sorgenti storiche di Caposele e Cassano irpino assicurando le «0,5 atmosfere al contatore previste dalla carta dei servizi».

Ma ai piani alti dei palazzi l’acqua arriva per 4-5 ore al giorno, negli stabili più vecchi e privi di autoclave i cittadini hanno imparato già da un po’ di tempo a fare le scorte per non rimanere a secco durante la giornata. Al Consorzio di bonifica si chiuderà questo fine settimana l’esercizio irriguo, in linea con gli altri anni. Verrà riaperto a marzo, ma con i tempi che corrono nulla è scontato: dalla quota presente in quel momento nell’invaso bisognerà sottrarre i 60 milioni di metri cubi previsti per il potabile. E’ tempo di fare scorte anche per l’agricoltura.

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