Strage San Marco, il ministro Minniti torna a Foggia. Punto sulla lotta alla mala

Sarò a Foggia ogni due mesi per il punto della situazione. Mi auguro di poter contare sulla vostra pazienza e capacità di accoglienza”. Furono queste

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Sarò a Foggia ogni due mesi per il punto della situazione. Mi auguro di poter contare sulla vostra pazienza e capacità di accoglienza”. Furono queste le parole del ministro dell’Interno, Marco Minniti, giunto nel capoluogo dauno all’indomani della strage di San Marco in Lamis nella quale morirono il boss,Mario Luciano Romito, suo cognato Matteo De Palma e i due fratelli contadini, Aurelio e Luigi Luciani, vittime innocenti di quella mattanza.

Minniti, dopo quel vertice, datato 10 agosto, è dunque pronto a tornare a Foggia. Il ministro sarà in cittàlunedì 9 ottobre – manca ancora l’annuncio ufficiale -, per aggiornamenti su quanto avvenuto in questi due mesi.

Tra agosto, settembre e i primi giorni di ottobre, non sono mancati i risultati. “La risposta dello Stato sarà durissima”, disse il ministro. Ed infatti si sono susseguiti arresti e sequestri di armi e droga.

Oltre 30 armi da fuoco sequestrate tra pistole e fucili e più di 1200 munizioni recuperate. Tra i rinvenimenti anche 2 giubbotti antiproiettile e 2 ordigni.

Il tutto mentre continuano incessantemente le indagini sulla strage di San Marco in Lamis. Nessuna pista è esclusa, compresa quella di un botta e risposta tra i Romito e clan dell’Alto Tavoliere per il controllo del traffico di droga.

Nel frattempo, oltre ai 192 rinforzi annunciati da Minniti e subito approdati nel Foggiano, si sono aggiunte ulteriori 50 unità e i carabinieri, per essere meglio presenti sul territorio, hanno di recente modificato il proprio scacchiere attraverso il cambio di dipendenza della Tenenza di Vieste dalla compagnia di Vico del Gargano a quella di Manfredonia, e della Stazione di Cagnano Varano, dalla Compagnia di San Giovanni Rotondo a quella di Vico del Gargano. Ciò per garantire uno sviluppo delle attività investigative e di controllo del territorio più aderente alla geografia criminale dell’area.

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