La nuova vita del Porto di Manfredonia

Via i nastri trasportatori dal porto di Manfredonia e progetti per 100 milioni di euro. L’idea di sviluppo del territorio di Confindustria fa perno s

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Via i nastri trasportatori dal porto di Manfredonia e progetti per 100 milioni di euro. L’idea di sviluppo del territorio di Confindustria fa perno sul Golfo, in particolare sulla necessità di “rilanciare una infrastruttura che non è mai decollata”. Ne è convinto il presidente Gianni Rotice che ieri, assieme al presidente dell’autorità portuale Adriatico meridionale (Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli)Ugo Patroni Griffi, e agli enti territoriali, ha delineato il quadro degli investimenti da cantierizzare nel più breve tempo possibile.

“Quelli sulla portualità sono investimenti che tengono conto di uno sviluppo più ampio del sistema infrastrutturale – ha spiegato il numero uno di via Valentini Vista Franco -, in cui subentrano le dinamiche del trasporto su navi, su ferro, su gomma e via aerea. Non c’è un sistema unico, ma c’è una serie di attività da tenere in considerazione. Solo così, tenendo insieme tutto, si può sviluppare il sistema Capitanata. Su questi temi ci sono diversi progetti e finanziamenti in corso, c’è il Patto per la Puglia attraverso il quale sono già state avviate progettazioni, alcune in avanzato stato come la piattaforma logistica, il treno tram e la Foggia-San Severo. Poi c’è la questione del dissesto idrogeologico. Per il futuro, se puntiamo al discorso croceristico e al trasporto via mare, dobbiamo mettere mano alle infrastrutture portuali, e quindi pensare alle opere di dragaggio del porto e alla messa in sicurezza dei bracci. Ora il punto è semplice: le risorse ci sono, le persone pure, dobbiamo soltanto essere compatti per completare questo percorso virtuoso”.

Per il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, “sul porto la provincia si gioca una grande chance”. “Non mi piace l’idea di cancellare il passato – ha affermato -, ma quello dei nastri trasportatori è un errore che va cancellato”. I dati e i numeri snocciolati da Maurizio Carmeno della Cgil, del resto, sono emblematici: “Il porto non è mai stato adeguatamente utilizzato – ha chiosato -, mancano opere strategiche per ospitare navi di portata superiore. Basti pensare ad un paradosso su tutti – ha concluso -, la pietra di Apricena viene imbarcata a Salerno. Una situazione che non può essere ancora tollerata in una terra che da sempre soffre per l’occupazione ed il mancato sviluppo economico”.

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