Agromafie, Coldiretti «La Puglia terza regione per infiltrazione crimine»

  In Puglia le azioni criminose più significative messe in campo nel settore agricolo sono costituite dalla sofisticazione, soprattutto dell’ortofrutt

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In Puglia le azioni criminose più significative messe in campo nel settore agricolo sono costituite dalla sofisticazione, soprattutto dell’ortofrutta e dell’olio: è quanto emerso dal convegno della Coldiretti nella Fiera del Levante, al quale partecipa, tra gli altri, il presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel corso del quale è stato presentato il dossier ‘Su le mani dell’agromafia nel piatto dei pugliesì.

Si assiste – denuncia Coldiretti – anche ad una escalation di furti nelle campagne di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto – è stato spiegato – inibisce il sano svolgimento dell’attività agricola nelle aree rurali. La Puglia è – secondo la Coldiretti – una regione a forte rischio ed è al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all’1,31%, preceduta solo da Calabria (2,55%) e Sicilia (2,08%). E’ emerso, tra l’altro, come il fenomeno delle agromafie, nel corso degli ultimi cinque anni, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia (Bari: 1,39%; Taranto: 1,30%; Barletta-Andria- Trani: 1,27%).

Palma nera – secondo la Coldiretti – alla provincia di Bari, che rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l’intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. I ruoli si invertono se ad essere fotografato è l’indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce.

«In Puglia sono 6.057 i terreni sequestrati alle mafie – ha sostenuto il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – il 20,4% dei 29.689 sparsi in tutta Italia. La destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lunga e confusa. Sono poi numerosi i casi in cui alcuni beni sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi. Così vengono sprecati tra i 20 ed i 25 miliardi di euro per il mancato utilizzo dei beni confiscati ed in Puglia tra l’1,9 e i 2,37 miliardi».

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