Avvistamenti e leggende sul latitante “Baffino”. Il boss è ancora a Mattinata?

Si è dato alla macchia il 14 luglio scorso, poche ore prima di essere raggiunto dai carabinieri che lo avrebbero arrestato per estorsione. E invece,

Appalti Arsenale Taranto, nelle intercettazioni telefonata ad Ammiraglio di Manfredonia
Sparatoria a Foggia, colpi d’arma da fuoco in via Fuiani: una persona ferita. Accorre la polizia
Domatore aggredito da tigre in Puglia: “È stata una semplice litigata di gelosia con lei che è una femminuccia”

Si è dato alla macchia il 14 luglio scorso, poche ore prima di essere raggiunto dai carabinieri che lo avrebbero arrestato per estorsione. E invece, forse grazie ad una fuga di notizie, la “primula rossa” di Mattinata, il 41enne Antonio Quitadamo detto “Baffino”, è svanito nel nulla. Un fantasma. Ma negli ultimi giorni stanno rimbalzando più voci a riguardo. Avvistamenti veri o presunti del boss, persino in pieno centro, la domenica mattina in un bar del corso principale a mangiare un gelato. E sarebbe stato avvistato anche alle6 del mattino di giovedì scorso, sempre in centro, a bordo di un’auto prima di dileguarsi. Questa notizia, però, smentita dalle forze dell’ordine. “Baffino” sarebbe talmente sicuro di sé da girovagare tranquillo nel cuore della “farfalla del Gargano”. Quasi a voler affermare – se le voci fossero confermate – il proprio potere e la propria presenza sul territorio.

Quitadamo resta ricercato dalle forze dell’ordine che su di lui hanno in ballo un’ordinanza di custodia cautelare. Il boss è stato denunciato da un uomo originario di Monte Sant’Angelo, che tempo fa ha acquistato una casetta in una zona feudo dei “baffino”. Stiamo parlando delle masserie su Monte Sacro, località Tagliata-Cutini dove negli anni i coloni della zona sono stati indotti dai Quitadamo ad abbandonare i terreni sui quali, ormai, pascolano soltanto i bestiami della famiglia malavitosa. Anche l’uomo originario di Monte è stato vittima di richieste estorsive ma lui non si è intimorito, annunciando sul web che presto avrebbe mandato in galera Quitadamo (“ci sto pensando io per farlo arrestare”). Poi, infatti, ha denunciato tutto ai carabinieri, ormai intenti ad arrestare la primula rossa. E invece niente. Il 14 luglio scorso, Quitadamo si è dato alla macchia, favorito dall’impervio promontorio garganico, da sempre terreno ideale per i latitanti. “Baffino” sapeva che stavano arrivando i carabinieri? E chi avrebbe fatto la soffiata? Domande al momento senza risposta.

Quella zona, come detto, è terra dei Quitadamo. Si tratta di un’area spettrale, fatta di case abbandonate e recinzioni divelte e senza serratura. Il tutto alla mercé dei “baffino” che portano lì a pascolare gli animali. In quel tratto della “farfalla del Gargano” abita il boss, in una villa piena di telecamere. L’area è sorvegliata alla perfezione. Quasi un controllo militare.

Il nome di Antonio Quitadamo lo abbiamo già incrociato nell’inchiesta sull’ispettore vice dirigente del commissariato di Manfredonia, Bartolomeo D’Apolito, tuttora sotto processo. Baffino è il boss con cui – a detta dell’ispettore – qualcuno dell’amministrazione dell’ex sindaco Lucio Roberto Prencipe tenne un incontro nella masseria dello stesso Quitadamo. “Perché quando tu vai a sederti in una masseria e vai a concordare determinate cose…”, questa una delle frasi registrate dall’attuale sindaco Michele Prencipe durante un incontro con D’Apolito, raccontato dalla nostra testata lo scorso 25 giugno. Nel frattempo D’Apolito ha lasciato il commissariato sipontino per trasferirsi a Cerignola.

false

COMMENTI

WORDPRESS: 0