Arif, 86 assunzioni al palo mentre la provincia di Foggia brucia. In Regione il caso incendi

“Il 20 giugno l’Arif Puglia (agenzia regionale irrigui e forestali) con apposita delibera aveva dato il via al potenziamento del servizio AIB (antince

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“Il 20 giugno l’Arif Puglia (agenzia regionale irrigui e forestali) con apposita delibera aveva dato il via al potenziamento del servizio AIB (antincendio Boschivo) a distanza di 14 giorni, non sono partite le assunzioni del personale interinale e il territorio brucia”. È quanto denuncia il segretario provinciale della Cgil di Capitanata, Daniele Calamita.

“Quando l’Arif Puglia, con apposta delibera ha dato l’avvio formale alla stagione AIB ed all’avvio delle assunzioni di 86 lavoratori in somministrazione in tutta la provincia di Foggia (fra Gargano e Subappennino), come sindacato abbiamo tirato un sospiro di sollievo – afferma Calamita – immaginando che la stagione AIB potesse evolvere verso un minimo impatto di danni alle nostre foreste. Oggi a distanza di 14 giorni riscontriamo che l’agenzia materialmente non ha ancora dato corso alle assunzioni e che il territorio sta pericolosamente bruciando”.

Dal 20 giugno ad oggi vi sono stati incendi “che hanno interessato molti comuni dell’area sia garganica che che subappenninica – San marco in Lamis, Monte Sant’Angelo, Vieste, Mattinata, Sant’Agata di Puglia –incendi di dimensioni e portata tali che per essere domati hanno richiesto l’intervento dei Canadair, evitando danni ancor più gravi per le nostre bellezze forestali e per i tanti turisti che popolano i centri del Gargano, riportando alla mente i fatti terribili già avvenuti in passato in questo territorio”. In forma più lieve vi è stato un altro incendio che ha interessato Vico del Gargano, ricorda il segretario Cgil , “dove le sole forze di terra sono riusciti a domare l’incendio a dimostrazione che quando si interviene in tempo e si interviene a terra si riesce ad evitare anche sprechi di risorse economiche, basti considerare che sono bruciati circa 500 ettari di bosco e che i canadair hanno volato per giorni per capire l’ampiezza economica”.

“Il dubbio che ci pervade è che questi incendi si sarebbero potuti evitare se la campagna AIB fosse stata avviata nei tempi previsti, e magari si sarebbero anche risparmiate diverse centinaia di migliaia di euro, visto che ogni qualvolta intervengono i Canadair costano alla collettività circa 14 mila euro l’ora, in pratica con i soldi di un’ora di intervento si potrebbe assumere un lavoratore (part time) per un anno intero, in aree dove il tasso di disoccupazione risulta più alto rispetto alla media territoriale che a sua volta è più alta rispetto alla media nazionale”.

“Siamo fiduciosi – conclude Calamita – che il ritardo accumulato possa essere recuperato e che possano evitarsi ulteriori incendi. Siamo fiduciosi che l’Arif Puglia faccia slittare oltre il 15 settembre la chiusura della campagna AIB, anche in considerazione dell’andamento climatico che vede questa estate essere più calda degli anni scorsi, e che il territorio possa continuare ad essere difeso e preservato, attuando anche una strategia di prevenzione dagli incendi boschivi che necessariamente deve essere già avviata nei periodi invernali, prevedendo linea spartifuoco e la pulizia del sottobosco”.

L’emergenza è arrivata anche sui tavoli regionali. “Il problema degli incendi in Puglia va gestito in maniera strutturale – ha dichiarato Cristian Casilli, consigliere regionale del M5S e vicepresidente della commissione Ambiente -, abbandonando l’ottica emergenziale e puntando sulla creazione di un sistema efficace di governance e prevenzione, controllo e sensibilizzazione che possa risolvere il problema alla radice”. Solo nel 2015, ultimo anno di riferimento per i dati del Corpo Forestale dello Stato, la Puglia ha perso 3109 ettari di terreno distrutti dagli incendi. La Puglia, dopo Campania, Calabria e Sicilia è la regione maggiormente interessata da questo fenomeno.

“Il grande incendio divampato l’altro ieri mattina tra Santa Maria al Bagno e Lido Conchiglie, interessando una zona SIC, è solo l’ultimo di una serie già preoccupante. Puntualmente, anche in questo inizio di stagione estiva, il fenomeno si è ripetuto in maniera drammatica – prosegue il consigliere – nonostante l’anno scorso la Regione abbia approvato una legge regionale in materia di contrasto agli incendi boschivi. La Giunta Regionale si impegni a destinare maggiori risorse finanziarie per i mezzi e il personale dei Vigili del Fuoco perché il quadro degli enti che dovrebbero occuparsi della prevenzione degli incendi è sconcertante: da un lato il Corpo Forestale dello Stato che un tempo offriva personale e mezzi oggi transitato nei Carabinieri è stato mortificato e svilito dalla politica nazionale, dall’altro lato a causa dell’immobilismo regionale gli agenti provinciali del nucleo di vigilanza ambientale continuano ad essere inutilizzati e i Consorzi di Bonifica e l’Arif non hanno la forza di rispondere ai fabbisogni di tutela e cura del territorio. Infine le amministrazioni locali sono spesso poco attente al corretto svolgimento dei servizi di pulizia e sfalcio delle erbe in appalto alle imprese che si occupano della gestione dei rifiuti.”

Il consigliere pentastellato evidenzia come nello specifico manchi la manutenzione e cura dei cigli stradali la cui mancata trinciatura e pulizia dell’erba secca è causa di innesco e propagazione di incendi soprattutto in  giornate particolarmente ventose, come ancora troppo presenti sono i roghi appiccati nelle campagne oggi incolte e abbandonate soprattutto nel Salento “molto si potrebbe fare – spiega Casili – nelle aree maggiormente a rischio con la lavorazione del terreno e la realizzazione di fasce protettive o ‘precese’ dei terreni agricoli confinati ad aree boscate o arbustive. Su questi aspetti i sindaci devono stringere maggiormente i controlli.” Il consigliere salentino ricorda come la Puglia abbia un triste primato essendo  dopo la Campania, la regione maggiormente interessata dagli incendi boschivi in aree protette. Nel 2015 sono stati 115 i roghi divampati in queste aree, distruggendo 1227 ettari di terreno di grande pregio paesaggistico e naturalistico. “Spesso questo tipo di incendi – conclude Casili – sono legati ad interessi criminali e speculativi. È fondamentale quindi fornire di maggiori risorse e personale il Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi della Guardia Forestale”.

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