Botte e rapina alle poste, incastrati dalle telecamere: due arresti

Lo hanno pedinato in tre, a bordo di una Fiat Panda bianca, in due sono scesi, hanno percorso un breve tratto a piedi nei pressi dell’ufficio postale

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Lo hanno pedinato in tre, a bordo di una Fiat Panda bianca, in due sono scesi, hanno percorso un breve tratto a piedi nei pressi dell’ufficio postale di Monticchio, quartiere di Manfredonia e lo hanno pestato a sangue. Poi uno dei due ha infilato la mano nel giaccone della vittima e si è impossessato di una busta da lettera contenente 18mila euro in contanti. Ma a distanza di quasi sette mesi i due rapinatori (un terzo è in via di definizione), Michelangelo Sciannandrone, 41 anni, di Manfredonia e Giuseppe Longo, 26 anni di Foggia, entrambi pregiudicati, sono finiti in manette su ordinanza di custodia cautelare della procura firmato dal gip di Foggia. La vittima, un commerciante, si stava dirigendo proprio nell’ufficio postale per versare il contante e la notizia è arrivata ai due rapinatori (grazie a Sciannandrone che aveva spiato il commerciante nel momento in cui sigillava la busta con i soldi) che dopo aver tramortito di botte l’uomo – per guadagnare così tempo prezioso per la fuga – sono fuggiti a piedi lungo le stradine della zona per poi rientrare nella Panda Bianca e far perdere le loro tracce. A ricostruire l’accaduto decine di filmati, ottenuti grazie al sistema di sorveglianza delle poste e a un dettaglio schiacciante: la cella del telefonino cellulare di Longo era allacciata proprio al luogo dov’è avvenuta l’aggressione a quell’ora esatta e sui tabulati sono state ritrovate tracce di un paio di conversazioni con Sciannandrone. Il cerchio si è chiuso quando in casa di Longo sono stati ritrovati anche gli indumenti usati per il colpo, ben visibili nelle immagini.

Già nel giugno del 2011, Sciannandrone aveva preso di “mira” l’attività commerciale della vittima, rendendosi responsabile del furto di una ingente somma di denaro contenuta all’interno di due slot machines ubicate all’interno del suo locale.

Dopo aver perso una ingente somma di denaro alle “macchinette”, non riuscendo a recuperare la somma di denaro persa, insieme ad un complice, Sciannandrone asportava le due slot machines dall’interno del locale. Dopo qualche giorno le restituiva prive del denaro contenuto all’interno delle stesse.

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