Sanitaservice al capolinea, dopo dieci anni si ritorna alle gare d’appalto

Dieci anni di gestione dei servizi sanitari senza gara d’appalto. Il meccanismo dell’in-house providing, messo a punto a Foggia nel 2007 ed esteso a t

Ok a nuova tangenziale di San Giovanni Rotondo, migliorerà traffico per santuario San Pio e Casa Sollievo
GRAN GALA' DEL CALCIO, OGGI CONFERENZA STAMPA
SIPONTO, FERROVIERE AGGREDITO IERI POMERIGGIO

Dieci anni di gestione dei servizi sanitari senza gara d’appalto. Il meccanismo dell’in-house providing, messo a punto a Foggia nel 2007 ed esteso a tutte le altre province pugliesi, starebbe per arrivare al capolinea. Le Sanitaservice – società interamente controllate dalle Asl – verranno assorbite dall’agenzia unica della Regione, così come anticipato da immediato.net qualche settimana fa. Il “punto di non ritorno” è stato segnato dalle ultime indagini della Guardia di finanza che hanno messo in luce il problema del mancato versamento dell’Iva, questione che ha determinato lo stop del rinnovo del contratto dell’amministratore unico della srl foggiana, Antonio Di Biase.

La scelta politica di assorbire le società che hanno internalizzato i servizi prima gestiti dalle cooperative con le gare d’appalto, scaturisce dalla decisione del Consiglio di Stato che bocciato gli affidamenti diretti perché violerebbero le regole sulla concorrenza. I giudici amministrativi hanno giudicato indirettamente anche le linee guida della Regione Puglia, sottolineando anche la mancanza del requisito-presupposto che ha determinato l’operazione voluta dall’ex assessore (ora parlamentare) Arcangelo Sannicandro e dall’ex governatore Nichi Vendola.

Ora resta da risolvere il nodo personale, visto che negli anni sono stati assunti più di 5mila addetti (dal 118 alle manutenzioni, fino alle pulizie). Bisognerà però fare affidamento ad una clausola sociale (la stessa che ha permesso il passaggio dalle coop alle società in house, senza passare per i concorsi pubblici) per permettere l’assorbimento di tutte le unità nella nuova creatura pensata da Michele Emiliano. L’obiettivo è quello di imbarcarsi il maggior numero di lavoratori facendo leva sui meccanismi presenti all’interno della riforma Madia.

Ad essere esclusi, sarebbero solo i dipendenti assegnati alle pulizie, servizio oggetto della pronuncia dei giudici amministrativi sul caso Brindisi. In questo caso, l’unico scenario possibile sarebbe quello del ritorno alle gare d’appalto. La partita del personale non sarà affatto facile, vista l’eterogeneità delle situazioni nelle singole province pugliesi. L’ultimo report disponibile risale al 2016, dopo le audizioni in commissione sanità: “Sono circa 4000 i lavoratori impiegati su tutto il territorio regionale: la provincia di Brindisi conta 713 unità, tutte derivanti dalla procedura di internazionalizzazione e che svolgono attività di portierato, logistica integrata, servizi di pulizia e addetti al Cup. I servizi sono tutti soggetti a fatturazione e ad applicazione dell’IVA. Sono 872 invece i lavoratori della Sanitaservice di Taranto, tutti provenienti dalla platea degli internalizzati e distinti in ausiliari e addetti alle pulizie. Nella provincia di Barletta, Andria, Trani sono impiegati invece 285 addetti, tra ausiliari e specializzati, che svolgono attività di supporto informatico, di addetti al Cup e alle pulizie. Nella Asl di Lecce operano invece 808 lavoratori, che secondo quanto riferito dalla direzione generale hanno consentito un risparmio di spesa annuo di 2 milioni 800mila euro. Differente la situazione di Foggia, dove ai 771 internalizzati, si aggiungono 72 assunti attraverso agenzie di lavoro interinale e 30 lavoratori autonomi, per un totale di 873 unità. Nell’asl Bari, gli 800 dipendenti, assorbiti con 2 progetti di internalizzazione (nel 2011 e nel 2012), svolgono essenzialmente attività di ausiliari, portierato, pulizia e facchinaggio: un organico insufficiente, secondo il direttore generale dell’Asl, che ha evidenziato disagi organizzativi derivanti da limitazioni e ricollocazioni del personale, che hanno ridotto l’effettiva forza lavoro impiegata a fronte invece dell’aumento del carico di attività da svolgere”. I sindacati, nelle scorse settimane, hanno già sottolineato il proprio disappunto sulla strada intrapresa a Bari. I prossimi, non saranno certo mesi facili per l’assessore alla sanità Emiliano. 

false

COMMENTI

WORDPRESS: 0