Luci rosse al convento di San Pio, gli imputati si difendono: “Anna? Arrogante e visionaria”

In tribunale a Foggia tiene banco la vicenda sulle presunte molestie sessuali nel convento di San Pio. In attesa di sapere se il giudice vorrà archivi

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In tribunale a Foggia tiene banco la vicenda sulle presunte molestie sessuali nel convento di San Pio. In attesa di sapere se il giudice vorrà archiviare o meno la posizione dei frati, entra nel vivo il processo a carico di Matteo Nardella, il laico che lavorava nel convento ed accusato di aver abusato di Anna Verde, la donna oggi 40enne, impiegata nello stesso istituto religioso. 

Circa 35 minuti durante i quali Nardella si è difeso, pur cadendo in alcune contraddizioni. Pesanti le accuse: violenza sessuale e minacce, reati commessi nel periodo che va dal 2006 fino al licenziamento della donna. Al centro dell’interrogatorio di stamattina, un episodio in particolare, quello del luglio 2012 quando l’uomo avrebbe provato a molestare la Verde prima di aggredirla dopo essere stato respinto. A seguito di quel fatto, la donna dovette ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dove ai medici, preoccupati dalle sue condizioni, raccontò tutto. Poco tempo dopo venne sfrattata dall’abitazione che i frati le avevano messo a disposizione e, infine, licenziata.

Oggi Nardella ha minimizzato l’accaduto: “Nulla più di un semplice diverbio. Anna mi accusò di aver rotto alcuni oggetti sul davanzale della finestra. Questo il motivo della discussione che forse è solo un po’ trascesa”. Chiara la linea della difesa (avvocato Mimmo Verile, ndr) che punta a screditare Anna Verde. Il legale dell’uomo ha anche fornito i documenti relativi al procedimento disciplinare dei frati nei confronti di Nardella per quella presunta aggressione. Secondo l’imputato, la donna aveva atteggiamenti arroganti e vantava conoscenze importanti a Roma. L’interrogatorio sarebbe potuto durare più a lungo ma non è arrivata nessuna domanda dal pm, una rarità quando ad essere esaminato è proprio l’imputato principale. La cosa ha lasciato piuttosto sorpresa l’avvocato biellese Alessandra Guarini, legale della Verde.

Sentito stamattina anche frate Carlo Maria Laborde, ex guardiano del Santuario. Pure lui, insieme ad altri, sotto indagine per maltrattamenti nei confronti della donna. Sono spuntati alcuni sms nei quali la donna si confidava con Laborde raccontandogli delle molestie subite da Nardella: “Quello è un maniaco, non ce la faccio più”. E il frate la confortava: “Stai tranquilla, non te lo faccio più incontrare. Guarda, cercherò di aiutarti in ogni modo. Qui ti sono tutti ostili”. Ma oggi in tribunale Laborde ha utilizzato ben altri toni, trattando Anna Verde come una visionaria da assecondare. Una sorta di manipolatrice brava solo a piantare grane.

Prossima udienza il 19 maggio: saranno ascoltati cinque testi della difesa, compreso Luigi Mauro che chiarirà meglio i motivi del licenziamento della donna. Sul processo è prevista un’accelerata con sentenza forse già prima dell’estate.
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