Foggia:tentato omicidio del boss Roberto Sinesi

Si torna a sparare, a Foggia, dove alcuni colpi di pistola hanno ferito il boss Roberto Sinesi e il nipotino di quattro anni, che era in auto con lui

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Si torna a sparare, a Foggia, dove alcuni colpi di pistola hanno ferito il boss Roberto Sinesi e il nipotino di quattro anni, che era in auto con lui. E’ quanto accaduto nel pomeriggio di oggi, quando alcuni colpi di pistola e mitraglietta sono stati esplosi in strada, al quartiere Candelaro, alla periferia della città.

Un vero e proprio agguato messo a segno in via San Giovanni Bosco, nei pressi della Chiesa del Sacro Cuore: obiettivo eccellente dei sicari è il 54enne Roberto Sinesi, ritenuto esponente di vertice della Società Foggiana, e a capo dell’omonima batteria. L’uomo è rimasto ferito mentre era in auto: la sua Fiat 500L è stata investita da una sventagliata di proiettili (i carabinieri, sul posto, hanno repertato oltre 20 bossoli di mitraglietta e pistola calibro 9×21).

Alla guida dell’auto, secondo quanto ricostruito, vi era la figlia Elisabetta (moglie del boss Antonello Francavilla), mentre Sinesi era seduto al lato passeggero con il nipotino in braccio. Sinesi è rimasto ferito ad una spalla e al torace ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Foggia. Operato al torace, non sarebbe in pericolo di vita. Ferito di striscio ad una spalla anche il nipote, mentre la figlia è rimasta illesa. Sul posto, per le indagini del caso, i carabinieri del nucleo operativo di Foggia.

Sinesi, considerato tra i più pericolosi esponenti della “Società”, era stato coinvolto, nel giugno scorso, in una operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e relativa al cosiddetto ‘Racket del pomodoro’: era accusato, in concorso con altre persone gravitanti la batteria dei Sinesi-Francavilla, del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’indagine fece emergere una pratica di estorsioni messe a segno nei confronti di autotrasportatori che, in occasione della stagione del pomodoro del periodo agosto-settembre dello scorso anno, consegnavano l’oro rosso di Capitanata presso il conservificio ‘Princes’. L’agguato fallito al Roberto Sinesi potrebbe essere l’ennesimo atto della guerra tra clan foggiani, riaccesa con l’agguato a Vito Bruno Lanza e acuita dalla morte di Rocco Dedda.

 


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