Comune reticente interviene Coordinamento mimnisteriale

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Il Comune di Manfredonia dovrà consegnare tutta la documentazione richiesta ai quei cittadini che per ben sette volte ne avevano fatto richiesta ricevendo altrettanti dinieghi. La documentazione richiesta riguarda il progetto PIRP, un ambizioso programma di riqualificazione dell’area incentrata sulla dismessa cava Gramazio alla periferia ovest della città finanziato dalla Regione Puglia e mai realizzato; i richiedenti, in rappresentanza di un comitato che contesta taluni aspetti della progettazione, sono Pasquale Rinaldi e Gaetano Calvio
A ordinare tale consegna la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il Coordinamento amministrativo, al quale Rinaldi e Calvio si sono rivolti dopo che per ben sette volte le richieste di accedere agli atti amministrativi inerenti a quel progetto, avanzate e protocollate naturalmente secondo la normativa vigente, sono state respinte dai referenti comunali alla trasparenza. Perché tanto mistero?
Un episodio emblematico di un modo di fare non si sa quanto diffuso che ha costretto due cittadini che volevano visionare documenti che li riguardano direttamente, a reiterare la richiesta per ben sette volte evidentemente fidando in quella trasparenza e legalità tante, troppe volte reclamizzate ma regolarmente disattese e aggirate, costringendoli a seguire percorsi alternativi e onerosi e dunque disattendendo quel principio fondamentale della democrazia che vuole la pubblica amministrazione a servizio del cittadino.
“Non contiene una adeguata motivazione né si evince l’interesse specifico, concreto e attuale e non corrisponde ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso” è la motivazione del rifiuto opposto alle istanze di Rinaldi e Calvio. <Però ci hanno comunicato> rivelano <che contro questa decisione, nei termini di cui all’art. 25 legge n. 241/1990, può essere presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Puglia, sezione di Bari>.
Un modo come un altro per togliere di torno quei seccatori che erano tornati alla carica per ben sette volte: al Tar si erano infatti pure rivolti senza risultato utile. All’ultimo diniego però i due rappresentanti del comitato, hanno cambiato rotta: non si sono rivolti così come suggerito al Tar, bensì al Coordinamento amministrativo presso il Consiglio dei ministri, al quale hanno inviato un dettagliato ricorso allegando tutta la documentazione con notifica in copia anche al Comune di Manfredonia.
La risposta del Dipartimento per il Coordinamento amministrativo non si è fatta attendere: con notifica tanto al Comune di Manfredonia quanto ai ricorrenti, la Commissione comunicava che “esaminato il ricorso, lo accoglie invitando l’Amministrazione resistente a riesaminare l’istanza”, aggiungendo “l’invito all’ Amministrazione in indirizzo (di Manfredonia, ndr) a notiziare questo Dipartimento circa le conseguenti determinazioni assunte ai sensi dell’art. 25, comma 4 della Legge 241/90 e dell’art. 12 comma 9 del DPR 12 aprile 2006, n. 184”.
<La richiesta per ben sette volte deliberatamente e pretestuosamente> hanno commentato Rinaldi e Calvio, soddisfatti ma ancor più amareggiati per l’atteggiamento tenuto dal Comune di Manfredonia <non considerata valida e degna di accoglimento dal Comune di Manfredonia, è stata invece considerata valida ed accolta dalla preposta Commissione ministeriale. A questo punto è lecito chiedersi se i funzionarti del Comune hanno agito per un predeterminato ostracismo o per incompetenza>.
Michele Apollonio

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