Ma quante sono le firme raccolte?

Quante sono le firme raccolte dai vari banchetti sparsi per la città invitanti a dire no a Energas?>. La domanda se la pongono sempre più insisten

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Quante sono le firme raccolte dai vari banchetti sparsi per la città invitanti a dire no a Energas?>. La domanda se la pongono sempre più insistentemente tanto quei cittadini che hanno apposto la propria firma sui fogli presentati, tanto quelli che invece non hanno inteso firmare. Una legittima richiesta avanzata anche attraverso i social quanto meno per dare seguito ad una operazione propagandata con grande enfasi non solo dai vari comitati e forze politiche ma anche dallo stesso sindaco Angelo Riccardi.
Il sindaco ha rafforzato l’iniziativa (peraltro all’insaputa del suo partito che non l’ha presa bene) attribuendole il valore di <consultazione pubblica> raccomandando che la partecipazione fosse <la più numerosa e diffusa possibile> evidenziando che era il modo di <prendere parte al processo decisionale> anche se mancante del riscontro opposto. L’annuncio della “consultazione pubblica” Riccardi l’ha formalizzata due giorni prima del referendum sulle trivelle (primo firmatario egli stesso) fidando nell’effetto trascinamento del referendum. In realtà ha provocato solo una maggiore confusione dal momento che
mentre per l’Energas si chiedeva il “no”, per le trivelle si invitava a votare il “si”.
Ma soprattutto la confusione ha riguardato i banchetti predisposti e relativi fogli sui quali annotare le firme. Ci sono stati cittadini che hanno firmato i fogli di vari banchetti tant’è che il Movimento 5 stelle ha emesso un comunicato nel quale precisava e chiariva: <i cittadini che hanno già firmato presso i vari banchetti non devono farlo nuovamente onde evitare che tali firme vengano invalidate>. Mentre il movimento Manfredonia nuova ha fatto sapere che chi ha depositato la firma nei mesi scorsi non doveva firmare di nuovo.
E mentre c’è stato chi ha espresso <apprezzamento> per l’iniziativa del Comune, altri osservando come <è da maggio che raccogliamo firme> si sono chiesti quale fosse <la necessità di un nuovo modulo con l’intestazione del comune> annotando come <questa tardiva entrata in campo del sindaco, mi sembra più un modo per sabotare, delegittimare e vanificare quanto fatto fino ad oggi>. Tanto clamore nel propagandare con un massiccio pressing la raccolta firme e poi stendere il silenzio assoluto sugli esiti di quella gran tornata di consultazione popolare. Nessuno dei tanti sostenitori delle firme e del referendum ha fatto cenno a qualche commento.
Sarebbe pertanto doveroso oltre che giusto che si dia seguito all’operazione “raccolta firme” comunicando i risultati e procedure del conteggio firme che è da immaginare alquanto laborioso. La “partecipazione al processo decisionale”, indubbiamente proprio della democrazia, deve valere, viene fatto notare, in ogni caso e per ogni occasione. La trasparenza non un optional di comodo.
Rimanendo nell’ambito della questione Energas, si è aperto un altro fronte di polemiche. Ad innescarlo la richiesta di denaro da parte del comitato di associazioni Caons, rivolta <a quanti non possono impegnarsi direttamente di aiutarci finanziariamente>. Il motivo indicato è quello di <affiancarci all’iniziativa del Comune, con un’azione legale ‘’ad adiuvandum’’ diretta al TAR Puglia, dando mandato ad un noto studio con il precipuo scopo di offrire una significativa efficacia alle motivazioni del suddetto ricorso>. Il Caons precisa che a fronte del contributo sarà rilasciata ricevuta dai rappresentanti del comitato.
I commenti espressi tra la gente e sui social non sono proprio orientati a gratificare la richiesta.
Michele Apollonio

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