Siponto dal passato al futuro

Un salto a piè pari nel futuro, quanto meno quello dell’innovazione architettonica. Siponto, l’antica colonia romana, la florida città medievale, la

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Un salto a piè pari nel futuro, quanto meno quello dell’innovazione architettonica. Siponto, l’antica colonia romana, la florida città medievale, la progenitrice di Manfredonia, si propone come esempio di una forma d’arte che verrà. Auspice un giovane artista lombardo di 28 anni, Edoardo Tresoldi, che ha inventato una particolare quanto suggestiva tecnica attraverso la quale riesce a creare strutture architettoniche fantastiche, nel senso di immagini che ci sono ma come se non ci fossero: <perimetri fragili che dialogano con l’ambiente che li circonda e che a loro volta si aprono alle emozioni dello spettatore>.
Ma di che si tratta? Di strutture, ma anche figure di vario genere, realizzate con una trama di fili d’acciaio che crea una trasparenza per tanti versi irreale pur dando precisa e tangibile la consistenza dell’immagine costruita. <E’ un mio studio> spiega <che ho elaborato finita la scuola: modellavo con della rete di metallo le strutture scenografiche che poi avrei ricoperto con cartapesta o altro. Ho eliminato ogni tipo di copertura, il cartamodello scolpito a mano sulla rete elettrosaldata>.
A Siponto è arrivato quasi per caso. Come noto, erano stati avviati consistenti lavori di ristrutturazione dell’area attigua all’antica basilica di Siponto. Tra l’altro era prevista la copertura dei resti della basilica paleocristiana. Il progetto di una copertura che non risultasse ingombrante e fuori tempo, è stato cambiato varie volte. Il direttore dei lavori, l’architetto Longobardi, si è imbattuto in alcuni lavori di quel giovane del tutto sconosciuto e lo ha interpellato. E per Edoardo Tresoldi è stata una folgorazione a prima vista. <La mia idea> racconta <era ricostruire esattamente gli ingombri dell’antica basilica di Siponto in modo da rompere la linea del tempo e far percepire al fruitore quello che potevano essere gli ingombri originali ma senza barriere reali, creando un rapporto con il cambiamento della luce e l’ambiente circostante, gli alberi e l’altra basilica ancora in piedi>. Quel che l’architetto Tresoldi stava meditando nella sua mente, era qualcosa di straordinario, del tutto inedito.
<La complessità del progetto> rivela <è stato costruire una struttura in rete alta quindici metri. Siccome non è mai stata fatta una roba così, gli ingegneri non potevano certificarle l’architettura essendo un metodo costruttivo non canonico. La struttura è a tre navate: il difficile è stato evitare le strutture di sostegno: una volta che metto in uno scheletro un solo palo, fisicamente perdo la magia dell’illusione, lo stupore di non riuscire a capire come sta in piedi>. Per mettere a punto il progetto Edoardo Tresoldi confessa di <non aver dormito per svariate settimane>.
Ma ne è valsa la pena. L’opera è ormai compiuta. Venerdì 11 prossimo, sarà svelata e raccontata nel corso di una manifestazione che avrà inizio alle 15,30 con la visita per la stampa, seguirà alle 17 talk e dibattito, alle 19 concerto di musiche medievali ed infine accensione delle luci sull’area della basilica. La manifestazione proseguirà il giorno dopo con un laboratorio (9,30) con gli studenti delle scuole d’arte e di architettura e si concluderà alla 12,30 con il taglio del nastro inaugurale del Parco archeologico di Santa Maria di Siponto alla presenza delle autorità, dei tecnici, del pubblico.
Michele Apollonio

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