Ex IBF Manfredonia, stamani causa in Tribunale

Si svolgerà questa mattina, presso la sezione lavoro del tribunale di Foggia, la seconda udienza della causa intentata da 20 dei 56 ex dipendenti del

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Si svolgerà questa mattina, presso la sezione lavoro del tribunale di Foggia, la seconda udienza della causa intentata da 20 dei 56 ex dipendenti della IBF lasciati a casa dopo un pesante ridimensionamento dell’organico attuato dalla nuova società (la FIB) subentrata alla guida dell’azienda e alla quale si contesta l’inadempienza rispetto all’accordo in deroga all’art. 2112 raggiunto e sottoscritto dai tre sindacati confederali. A sostenere le proprie ragioni la società ha addirittura interpellato Michel Martone, avvocato del foro romano il cui nome rimanda anche agli incarichi pubblici e di governo che ha finora svolto tra cui quella di viceministro del lavoro del Governo Monti (deleghe al mercato del lavoro, ammortizzatori sociali, occupazione giovanile, formazione e relazioni industriali) durante il quale si consumò la contestatissima riforma del sistema pensionistico pubblico.

“Disponiamo degli elementi necessari -spiega l’avv. Michelangelo Metta, che rappresenta alcuni degli operai ricorrenti- per ritenere e dimostrare che la modalità con cui fu data esecuzione a quell’accordo, siglato in deroga alle garanzie di cui all’art. 2112 del c.c. , tradì tutte le aspettative dei lavoratori, considerato che la individuazione di chi doveva rimanere e chi inserire nella quota in esubero non venne fatta tenendo conto delle esigenze tecniche di produzione ne’ delle mansioni realmente svolte o di altri parametri, ma in modo palesemente discriminante”.

Un’operazione, dunque, che ha lasciato delusi e amareggiati tanti di quegli operai che sentivano di essere stati ‘immeritatamente’ e ‘ingiustamente’ messi alla porta. La Ibf spa, azienda specializzata nella produzione di batterie e facente capo al gruppo Faam di Monte Rubbiano, aveva aperto lo stabilimento nell’area dell’ex Enichem (beneficiando dei fondi pubblici a fondo perduto erogati dal contratto d’area) e creato 114 dipendenti (oggi ridotti a poco più di una cinquantina). Nel 2013 sono emersi i primi segnali di crisi dovuta a difficoltà finanziarie che portarono alla messa in liquidazione dello stabilimento e all’accordo sugli esuberi sottoscritto dalla nuova società subentrata (denominata Fib) e dalle tre sigle sindacali.

(A cura di Annamaria Vitulano, Manfredonia 29.02.2016)
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