Ancora un frazionamento della maggioranza

La maggioranza consiliare che sostiene la giunta comunale del sindaco Angelo Riccardi, si…allarga, ma solo per le sigle che la compongono: da cinque

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La maggioranza consiliare che sostiene la giunta comunale del sindaco Angelo Riccardi, si…allarga, ma solo per le sigle che la compongono: da cinque passano a sei. Un ulteriore frazionamento che tuttavia non incide sul totale dei consiglieri che rimangono sempre 19. Solo che sono diversamente distribuiti.
La gemmazione agamica è avvenuta nel nucleo “Manfredonia democratica”, la lista del candidato sindaco Angelo Riccardi, che ha portato in consiglio comunale quattro consiglieri: Adamo Brunetti, Antonietta Della Patria, Mario Totaro e Salvatore Valentino. La gemmazione ha riguardato i due ultimi consiglieri, Totaro e Valentino, che hanno costituito il gruppo “Volontà popolare”. Un nuovo satellite che naturalmente si è posizionato nell’orbita che gira intorno al pianeta Riccardi e dunque assestato nella maggioranza di governo. Almeno nominalmente.
Le dichiarazioni rilasciate dal capogruppo Valentino non lasciano dubbi. <Le nostre posizioni nei confronti dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Angelo Riccardi restano invariate e quindi di sostegno al programma sottoscritto dall’intera coalizione ‘Manfredonia 2020”. Ma allora perché questa differenziazione? A che serve questo distinguo che a questo punto non pare proprio del tutto formale?
Le certezze che suggeriscono l’evidenza dei fatti (distacco dalla originaria posizione per costituirne un’altra clone della prima) sbiadiscono e si perdono nei meandri oscuri e spesso misteriosi della politica, quella fatta di orticelli da coltivare secondo una propria visione. Quella di “Volontà popolare” segue peraltro un’altra operazione di nuova formazione politica nominale, promossa dai consiglieri Antonio Conoscitore e Antonietta D’Anzeris che all’indomani delle elezioni hanno dato luogo ad “Area popolare Manfredonia” soppiantando e dunque estromettendolo dal consiglio comunale, l’UDC nella cui lista elettoralie erano stati eletti.
Movimenti di riposizionamenti che non rassicurano per niente, ma che anzi inquietano e preoccupano non poco la gente che rimane attonita, disorientata. Dietro il labile e posticcio paravento della politica, si muovono parvenze di manovre che con la politica, quella che guarda ai problemi della città e dei cittadini e si adopera per risolverli, hanno poco a che fare. La domanda che sale imperiosa dalla gente, è: perché questi travestimenti se poi rimangono tutti uniti sotto lo stesso capannone? Conoscitore è stato gratificato del “sotto assessorato” al turismo; Totaro o Valentino a cosa mirano?
La coalizione di maggioranza si è affrettata a precisare che, a norma di regolamento, allorquando si cambia casacca non si ha diritto ad alcuna rappresentanza nell’esecutivo. Un mettere le mani avanti a non improbabili avances? La nuova geografia della maggioranza pone un problema alquanto spinoso e niente affatto formale. “Manfredonia democratica” in virtù dei quattro consiglieri eletti, è stata premiata con due assessori (Cinque e Varrecchia). Una gratifica che ora col nuovo frazionamento non si giustifica. Una spinta al rimpasto in giunta sul quale si soffia da parecchio?
Tutto lascia intendere che questa amministrazione e relativo supporto di maggioranza, non navighino in acque tranquille. Si è vicini al giro di boa dell’anno di amministrazione e si sarebbe aspettato che almeno si ponessero in agenda i problemi assillanti che toccano il nervo scoperto dell’agonizzante economia e dunque le sorti delle migliaia di cittadini disoccupati sempre più in fuga da Manfredonia (Sangalli vetro e Vetrotec gli ultimi esempi), e invece si deve prendere atto che le preoccupazioni e le occupazioni dei governanti paiono in ben altre faccende affaccendati.
Michele Apolloniio

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