La tradizione dei presepi

Un presepio di vetri di mare e una natività sotto una campana di vetro: sono le due novità assolute del panorama di presepi in mostra a Manfredonia.

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Un presepio di vetri di mare e una natività sotto una campana di vetro: sono le due novità assolute del panorama di presepi in mostra a Manfredonia. Ce ne sono due: una allestita dall’Associazione italiana amici del presepe, sezione di Manfredonia nel salone del convento Santa Maria delle Grazie in via Tribuna; l’altra dall’Associazione presepisti sipontini “Giuseppe Furio” disposta nell’atrio della Stella Maris in Corso Manfredi.
Complessivamente una cinquantina di presepi di fattura rigorosamente artigianale che rappresentano la tradizione manfredoniana dell’arte di raffigurare la natività di Gesù e del mondo che la circonda. Il presepio si è andato configurando nel tempo come un accreditato riferimento dell’evoluzione dei tempi. Quel prodigioso evento che ha dato un forte e preciso indirizzo all’umanità del pianeta e che San Francesco ha voluto perpetuare in quella rievocazione scenica, è stato infatti interpretato in mille e mille maniere che hanno rappresentato nella loro iconografia standardizzata, la cultura, il gusto del momento. Un atto di fede che si rinnova di anno in anno e che si tramanda di generazione in generazione. I presepi esposti nelle due mostre ne sono un allettante esempio. Si riallacciano a una consuetudine popolare molto radicata nella tradizione manfredoniana. Nei tempi andati ogni casa aveva il suo presepe realizzato con i materiali più disparati per secondare una creatività sempre viva. Era un momento di grande coesione familiare: genitori e figli impegnati a realizzare il proprio presepio. Negli anni settanta si istituì un concorso con tanto di commissione giudicante per stabilire quello più interessante.
Poi l’avvento dell’albero, meno impegnativo e più generalista, prese il sopravvento. Il presepe è in ogni caso rimasto nella cultura popolare. <Ogni anno presentiamo presepi del tutto originali, costruiti da appassionati nel tempo libero. Cominciano alcuni mesi prima con la ricerca dei materiali da impiegare che poi adattano a mano> spiega Franco Rinaldi, diplomato Isef, presidente dell’Associazione presepisti sipontini.
La inventiva è stupefacente: riescono a creare ambientazioni fantastiche. La palma della originalità spetta al presepio realizzato da Franco Ciociola, “l’artista dell’immaginario”: un presepe le cui componenti, dal bambino Gesù, agli angeli, al paesaggio, sono realizzati con frammenti di vetro trovati in riva al mare e con schegge di scogliera opportunamente modellate. L’effetto è sorprendente e affascinante.
Di grande attrazione la natività racchiusa nella campana di vetro presentata dal Massimo Rignanese nella “Grotta del Natale” allestita in via Gargano alla periferia Monticchio. <Quella delle campane di vetro> ricorda Rignanese <nelle quali venivano conservati i santi e le madonne, è una usanza molto diffusa nel ‘700: nel museo del Municipio è custodita una ricca raccolta. La sua riproposizione ha incontrato il grande favore del pubblico che ne apprezza la praticità>.
Decisamente allestimenti classici sono i presepi presentati dall’Associazione italiana amici del presepio costituita nel 1953. <Siamo gli eredi della tradizione come tramandata da san Francesco, del presepio sipontino> rileva con orgoglio Sante De Biase che lamenta la mancanza di una sede <dove i cultori di tanta arte tradizionale possano lavorare tranquillamente>.
Michele Apollonio

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