Sarà rimossa inferriata ai Servizi sociali

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Sarà rimossa la sconcia quanto inutile inferriata che isola gli uffici del piano superiore dei Servizi sociali comunali allocati, come noto, in quello che è conosciuto come l’Ospedale Orsini. Una “cortina di ferro” come è stata definita dalla gente che ha protestato per quella intrusione senza alcun senso in una struttura che per la sua funzione sociale non dovrebbe avere barriere di alcun genere.
Quella cancellata è stata peraltro apposta senza le dovute autorizzazioni men che meno quella della Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici. Lo stesso sindaco Angelo Riccardi è rimasto contrariato ed ha ricordato come <quell’edificio sia un complesso monumentale di particolare rilevanza storica> restaurato nel 2000 sotto il controllo della Soprintendenza che dispose una serie di prescrizioni. Un minimo di attenzione storica sarebbe più che opportuna, doverosa, prima di manomettere cimeli storici straordinari.
Quell’edificio fa parte delle grandi opere realizzate dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo a Manfredonia dal 1675 al 1680 prima di divenire papa Benedetto XIII nel 1724. Nel tempo ha avuto varie destinazioni fino a quando il Comune lo destinò nel 2000 a sede dei Servizi sociali. Un servizio di base che ha avuto una significativa evoluzione attraverso una serie di attività volte a beneficio delle fasce più fragili e bisognose della popolazione. Anche se non sono mancati momenti delicati nei rapporti con la gente, non è mai stato necessario frapporre una cortina ancorché di ferro fra il personale e quanti chiedono aiuto. Anche perché il pubblico viene ricevuto nei locali siti al piano terra dalle assistenti sociali. Al primo piano viene ricevuto il pubblico previo avviso, per casi più complessi e a porte chiuse e i vari operatori non rimangono mai soli. Ad ogni buon conto vi è un attento servizio di guardie giurate.
L’accesso ai servizi è peraltro disciplinato da norme e regole, codificate nel 2011, che vanno rispettate tanto dagli operatori quanto dagli utenti. Fra le altre: le richieste di aiuto devono essere sottoposte solo all’attenzione degli assistenti sociali e devono essere coperte dalla riservatezza; gli utenti sono tenuti a presentare le situazioni di disagio in modo veritiero; è opportuno che gli utenti non portino i minori presso l’Ufficio Servizi Sociali; le persone anziane, i disabili che hanno difficoltà a sopportare attese prolungate possono richiedere la visita domiciliare o essere ricevute per appuntamento anche in orario diverso da quello di apertura al pubblico; gli utenti hanno il dovere di rivolgersi agli operatori sociali secondo le norme di buona educazione valevoli per qualsiasi ufficio pubblico: saranno denunciati atteggiamenti intimidatori e comportamenti aggressivi; il Comune ha messo in atto numerosi servizi di aiuto alle persone in difficoltà: è necessario, pertanto, che gli operatori accertino attentamente il bisogno e stabiliscano le modalità di aiuto alle persone in difficoltà. Solo in casi particolari si può intervenire con contributi monetari; i Servizi Sociali valutano i bisogni sulla base di due aspetti: l’assenza di reddito e l’effettivo grave disagio; l’Ufficio Servizi sociali non può risolvere alcun problema senza la collaborazione, l’impegno e il coinvolgimento dei soggetti interessati e delle rispettive famiglie. Infine il monito: i soldi che i Servizi Sociali amministrano sono quelli dei cittadini contribuenti, anche di coloro i quali fanno sacrifici per arrivare a fine mese e non chiedono mai nulla ai Servizi Sociali.
Michele Apollonio

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