Zone franche urbane, parte la II fase di attuazione

La storia si ripete ma evidentemente la notizia non fa notizia in un contesto dove sta diventando difficile ed arduo anche il confronto istituzional

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La storia si ripete ma evidentemente la notizia non fa notizia in un contesto dove sta diventando difficile ed arduo anche il confronto istituzionale che sembra ormai essere relegato al virtuale o forse neanche a quello. Mentre la vita politica delle città quindi scorre in sordina si rischia di ripetere gli errori del recente passato e la Zona Franca Urbana, che è altra cosa rispetto alla Zona Franca Creativity andata in “scena” a Barletta qualche tempo fa, torna a coinvolgere anche le città interessate della Regione Puglia quindi Andria, Barletta, Foggia, Lecce, Lucera, Manduria, Molfetta, Manfredonia, Santeramo in Colle, San Severo e Taranto.

Una riproposizione abbastanza “ristretta” se pensiamo all’entità delle risorse destinate all’attuazione di questa seconda fase ma in Puglia siamo speranzosi che le promesse elargite a larga manica durante la prima fase, anch’essa in verità abbastanza scarna ed umiliante, si possano realizzare quindi la Regione Puglia possa rimpinguare il fondo con risorse proprie ma fino ad ora ciò non è accaduto e noi, francamente, ci crediamo poco che possa avvenire, almeno in maniera significativa come auspicato. Anche per questa seconda fase l’iniziativa è volta a sostenere, attraverso la concessione di agevolazioni contributive e fiscali, il “tessuto” della micro imprenditoria manifatturiera e artigianale localizzata in aree urbane caratterizzate da disagio socio-economico e occupazionale, con potenzialità economiche inespresse. Con l’articolo 22 bis del Decreto legge n. 66 del 2014 (convertito con la Legge n. 89 del 2014) il Parlamento autorizzò sin da allora una spesa di 75 milioni di euro per il 2015 e 100 per il 2016. Fondi nel frattempo ridotti a 90 milioni: 50 nel 2015 e 40 nel 2016.

Risorse, queste, destinate a finanziare questa seconda fase dell’operazione Z.F.U. con prospettive non proprio consolanti visto che intanto il numero delle Z.F.U. aumentato quindi esse sono diventate ben 56 visto che alle 45 ZFU delle Regioni Obiettivo Convergenza (tra cui le 11 della Puglia) occorre aggiungere le 10 della delibera CIPE n. 14 del 2009 (tra le quali Matera) rimaste finora senza fondi più la ZFU formata dai 16 comuni dell’Emilia Romagna colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 e dall’alluvione del 17 gennaio 2014 istituita con l’articolo 12 della Legge 8 agosto 2015 n. 125 sugli Enti territoriali. Una sorta di intervento di mutuo soccorso che naturalmente porterà a modificare sostanzialmente i criteri di riparto dei fondi data la loro esiguità. Non sappiamo cosa ne pensino gli amministratori dei comuni interessati in Puglia e nella fattispecie quelli dei comuni della Bat interessati quindi Andria e Barletta, sta di fatto che laddove di politica si parla ancora e laddove il confronto tra il mondo della politica e quello Associazionistico, Professionale e Datoriale è un affermato e salvaguardato principio di Democrazia partecipata, non prostrato alle appartenenze, se ne sta discutendo da tempo con amministratori attenti e consapevoli che i mandati elettorali non sono né infiniti né deleghe in bianco utilizzabili a proprio piacimento i quali sono preoccupati e lo fanno pure sapere ai loro cittadini e alle imprese dei territori governati.

Proprio le posizioni degli amministratori dei comuni potrebbero addirittura portare alla decisione di cancellare la misura e questa non è roba da poco perché poi diventa difficile giustificare chi si lamenta che alcuni decidono per tutti. Pare dunque che massimo dicembre prossimo, inizi di gennaio 2016 si dovrebbe partire ma nel frattempo, almeno nei nostri comuni e quelli della Regione Puglia, che auspichiamo siano a conoscenza di quanto sta accadendo, nulla si muove ancora mentre si è in attesa che venga adeguato il Decreto interministeriale MISE/MEF a suo tempo adottato per attivare gli interventi nelle ZFU e che si compia l’altra successiva azione che sarà quella di emanazione del Decreto direttoriale sui tempi e le modalità di presentazione delle domande da parte delle imprese. 50 milioni di euro quindi per 55 ZFU con la stima di uno stanziamento di circa 900mila euro per ogni ZFU. Cosa ve ne pare?

A noi sembra ridicolo oltre che umiliante se pensiamo che già con le risorse stanziate ed utilizzate nella prima fase, esponenzialmente superiori a questi importi ridicoli, il fallimento dell’intervento, almeno in questo territorio, è stato totale sia dal punto di vista degli investimenti che non ci sono stati ma anche e soprattutto per le finalità primarie della Z.F.U. cioè aumentare i livelli occupazionali. Nulla di tutto questo ma solo interventi a pioggia che in qualche caso sono serviti a regolarizzare qualche lavoratore irregolare già impiegato nelle aziende beneficiarie con la condizione di disagio socio-economico delle Zone individuate ed ammesse a finanziamento che è aumentato in modo pauroso e progressivo con l’aumento corrispondente dei tassi di disoccupazione certificata. Sempre a proposito della prima tornata, le amministrazioni comunali quasi hanno snobbato le prospettive di pianificazione per l’utilizzo intelligente e produttivo delle risorse, come nel caso di Andria dove quei fondi avrebbero potuto sviluppare un’ampia parte del centro storico interessato ma nessuna azione è stata avviata né mai sono state recepite le nostre idee progettuali che individuavano dei veri percorsi commerciali, artigianali e culturali da sottoporre a finanziamenti mediante l’adesione delle imprese con una riqualificazione totale del centro antico e con la lungimiranza di voler prevedere ed evitare con molto anticipo quanto sarebbe accaduto in quel luogo senza gli interventi prospettati, cosa che purtroppo è realmente accaduta e che oggi è sotto gli occhi di tutti.

Non sappiamo come e quando Barletta intenda mettere in moto il meccanismo di compartecipazione per affrontare per tempo la questione né sappiamo come intenda coniugare questa opportunità con la creazione del Distretto Urbano Metropolitano per il quale nulla ancora si sta muovendo né se ne sente notizia mentre in altri comuni come Corato, Ruvo, Bisceglie hanno già deliberato con atti di Giunta già approvati così come non sappiamo come intenda muoversi il comune di Andria visto che è ancora governato con una Giunta Tecnica o pseudo tale mentre le decisioni da assumere immediatamente sia per la Z.F.U. che per il D.M.C. ma anche per le innumerevoli questioni in sospeso richiedono responsabilità e soprattutto una visione che deve necessariamente porre alla base una fortissima motivazione politica anche perché gli interventi di supporto economico dovranno essere non indifferenti se non si vogliano ripetere i grossi errori della scorsa volta o peggio l’inerzia che ha caratterizzato quell’azione mai esercitata.

Se la speranza sia l’unico elemento di ancoraggio allora forse sperare non è del tutto vano anche se sino ad oggi anche la speranza ha solo generato disperazione e le condizioni di arretratezza del nostro territorio fortemente in crisi, economica, produttiva, turistica, sociale ed occupazionale la dice chiara e lunga. Noi ci siamo, continuiamo ad esserci ma, in verità, anche noi ci siamo un po’ stufati di esserci sempre e di non trovare nessuno di fronte che abbia almeno capacità di saper ascoltare.

(Presidente UNIMPRESA Barletta Andria Trani – Andria, 2 novembre 2015, Savino Montaruli)
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