Solidarietà per i lavoratori Sangalli

“Con il lavoro si mangia” nel senso che se si lavora si sopravvive mangia ma se non si lavora non si sopravvive. E’ il messaggio che un gruppo di che

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“Con il lavoro si mangia” nel senso che se si lavora si sopravvive mangia ma se non si lavora non si sopravvive. E’ il messaggio che un gruppo di chef provenienti da tutta la Puglia vuole lanciare con un grande manifestazione culinaria di solidarietà alle famiglie dei lavoratori dello stabilimento Sangalli vetro estromessi dal posto di lavoro dal novembre scorso. L’evento si svolgerà martedì 3 novembre prossimo sul piazzale antistante la fabbrica di vetro Sangalli a Macchia, con inizio alle ore 20 e sarà ripreso da numerose emittenti televisive tra cui Rai3 (Ballarò), Telenorba, RTL.
<La manifestazione vuole essere – spiga lo chef Gegè Mangano – un momento di coesione a sostegno dei lavoratori che lottano strenuamente per affermare il diritto al lavoro ma anche un concreto segno di solidarietà, il ricavato della serata (ticket di euro 5) andrà infatti alle famiglie dei lavoratori da ormai undici mesi senza stipendio o cassa integrazione>.
Sarà quella l’ennesima iniziativa realizzata dai quei lavoratori che non tralasciano sforzi per evitare il peggio, vale a dire lo smantellamento di quel gioiello tecnologico che ha qualificato un territorio e sostenuto l’economia locale per una dozzina di anni fino a quanto, decisioni inopinate della proprietà, non ne ha determinato la chiusura.
<Ci aspettiamo una grande partecipazione – spiega ancora Mangano – perché il dramma vissuto da queste famiglie è purtroppo diventato un comune denominatore per tante realtà della nostra provincia. Avevamo e abbiamo il dovere di riportare l’attenzione su questa vicenda e l’unico modo che conoscevamo era fare quello che sappiamo fare meglio: cucinare. Quindi abbiamo chiamato a raccolta gli amici chef della nostra regione, che hanno immediatamente dato la propria disponibilità, e le aziende del nostro territorio per il necessario supporto. Confortati da un’ondata di entusiasmo incredibile, siamo riusciti in poco tempo a dare vita a questo evento che, mi auguro, possa servire a riportare questa drammatica vicenda al centro dell’agenda politica regionale e nazionale>.
La situazione di difficoltà esistenziale non è solo quella dei lavoratori della Sangalli, altri loro colleghi hanno perso il lavoro da anni e non vedono all’orizzonte alcuna schiarita. Valga per tutti la lettera aperta scritta da un uomo di 51 anni <coniugato, con moglie e figlia a carico; vivo a Manfredonia e rivestendo, purtroppo, lo status di disoccupato non posso onorare gli impegni di capo-famiglia di cui sono portatore. Da molti mesi sono alla ricerca disperata di un lavoro, di qualsiasi tipologia anche in considerazione delle mie capacità, attitudini e disponibilità: ho sempre ricevuto una risposta poco promettente e, all’orizzonte, non si vede ancora nulla. Ho interessato gli enti sociali, da 2 anni, ma ancora niente. Ho necessità e la voglia disperata di lavorare e non posso continuare ad andare avanti con gli aiuti di benefattori, in quanto ho dignità e sono tenuto a dare esempio a mia figlia, quindicenne, studentessa liceale. Eppure la nostra società è improntata a principi della dignità della persona e del lavoro che non devono mancare a nessuno: lo Stato Italiano non può abbandonare i propri figli e far mancare beni di prima necessità ai propri cittadini, pur essendo cittadini del mondo. Scrivo, pertanto, la presente lettera aperta per sensibilizzare quanti tra i lettori vogliano manifestare la vicinanza, in termini concreti, a persone meno fortunate che fanno parte della attuale società locale: quando si chiede un lavoro onesto per sbarcare il lunario le porte si dovrebbero spalancare! Oggi si ha bisogno di esempi di tale casistica. Sono sfrattato con titolo esecutivo e domani non so dove andare a vivere e cosa mangiare>.
Michele Apollonio

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