Manfredonia vetro secondo Sangalli

Non era mai intervenuto personalmente nella vertenza che ha interessato la sua azienda, la Sangalli Manfredonia vetro. Giorgio Sangalli, patron e fon

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Non era mai intervenuto personalmente nella vertenza che ha interessato la sua azienda, la Sangalli Manfredonia vetro. Giorgio Sangalli, patron e fondatore dello stabilimento produttore di vetro float insediato nell’area industriale di Macchia, rompe il silenzio e parla a cuore aperto di una impresa nella quale ha fermamente creduto e che non si sarebbe mai immaginato finisse cosi.
Si sofferma nel descrivere “come dovevano andare le cose e come invece sono andate” iniziando da quando arriva a Manfredonia nel 1999 e presenta il suo progetto presso il Consiglio comunale di Manfredonia e via via ripercorre le tappe salienti di una attività progetto che nel 2007-08 ha raggiunto il clou della sua produzione, la nascita dell’impianto di supporto gemello di Porto Nogaro per fronteggiare la concorrenza delle multinazionali, poi la crisi, l’aumento vertiginoso dei costi energetici e la caduta del presso del vetro.
<Una crisi devastante – rileva Sangalli – cui ho cercato in tutti i modi di porre rimedio. Ho personalmente sondato, girato, offerto in mezza Europa partecipazioni o l’intero pacchetto azionario a condizioni via via più favorevoli per all’acquirente, purtroppo senza risultati tangibili, perché anche la soluzioni dei russi non si è dimostrata decisoria, né poteva esserlo perché sono le condizioni di mercato, costi e prezzi di vendita a determinare il conto economico che è ed è rimasto quello che era”.
Poi l’epilogo. Il blocco del forno arrivato alla fine della sua operatività. Gli scioperi dei dipendenti. Le corse a Roma al Ministero. Il concordato e la nomina di Commissari concorsuali.
<Da segnalare anche – annota Sangalli – che in varie occasioni il Sindaco Riccardi, il Presidente Emiliano, ma soprattutto il MISE col dr. Castano, avevano promesso ed assicurato la loro attivazione ed intervento per trovare acquirenti. Devo dire che da quel versante ad oggi non solo nulla di concreto ma neanche nessuna proposta>.
La conclusione è che le società del “Satinato” e del Magnetronico” sono state dichiarate in fallimento e seguiranno l’iter del fallimento “normale”. I Commissari cercheranno di vendere, in toto o in parti, come si fa sempre. Per la società maggiore Sangalli Vetro Manfredonia ci sarà a breve una riunione dei creditori e poi la sperabile omologa del concordato.
<Naturalmente tutti siamo nella speranza e nell’attesa che si presenti il Cavaliere Bianco che acquisti in toto e che faccia ripartire l’impianto, per il bene di tutti e quando dico tutti intendo degli operai, dei creditori e anche di Sangalli che uscirebbe da questa storia con le ossa rotte economicamente ma ci esce. Ma onestamente la situazione di mercato, nonostante quello che si sente ogni giorno propinare ai dipendenti, non è facile perché il mercato è ancora molto molto negativo ed eventuali mutamenti in meglio saranno non nel breve, ma sperabilmente nel medio periodo e di entità sicuramente non sufficiente a ritornare ai livelli del 2007>.
Anche per la società maggiore la prospettiva è il concordato o il fallimento. <Il fallimento propugnato, a quanto pare, da una parte non trascurabile dei dipendenti (e non so se dal Sindacato) comporterebbe sicuramente ulteriori danni: dai Commissari concorsuali si passerebbe ai Commissari fallimentari; i Commissari fallimentari prenderebbero in mano la situazione nei loro tempi che non sono brevissimi (prima asta, seconda, terza asta e passano mesi e anni); alcuni prodotti di magazzini che sono già compromessi andrebbero a rottame; il controllo della situazione di sicurezza del sito che è stato sempre molto attento, probabilmente non potrebbe esserlo altrettanto per lunghi mesi o anni; si potrebbero aggiungere situazioni negative di vario tipo; è chiaro inoltre che una fabbrica ferma per anni va poi attivata con maggiori costi e interviene anche inesorabilmente un deperimento e anche una non esclusa obsolescenza degli impianti: a mio modestissimo parere anche la quota riservata ai creditori privilegiati (in cui gli operai) potrebbe essere non pacifica come lo è oggi. Ma tant’è: la voce della ragionevolezza ha trovato ormai da mesi sordità totale e la situazione è oggi gestita da alcuni soggetti che tra l’altro operano anche ai margini, se non addirittura contro, la legalità. E’ triste dirlo, ma le cosiddette “Istituzioni” non hanno portato ragionevolezza, ma hanno solo riscaldato gli animi: un conto è manifestare solidarietà e comprensione per i lavoratori che la meritano tutta e che hanno anche la mia, un conto è operare per il meglio o per il peggio, naturalmente secondo i punti di vista>.
Michele Apollonio

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