Immobiliare, Puglia in ripresa

È iniziata la ripresa del mercato immobiliare. Lo confermano i dati dell’Istat, dell’Agenzia delle Entrate e della Bce, l’andamento delle vendite reg

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È iniziata la ripresa del mercato immobiliare. Lo confermano i dati dell’Istat, dell’Agenzia delle Entrate e della Bce, l’andamento delle vendite registrate dalle agenzie addette alle vendite e dell’erogazione dei mutui. Ora manca solo l’aumento dei prezzi, tuttora ancora in calo seppure ridotto, e la conferma del taglio delle tasse sul mattone promessa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che, magari, potrebbe anche decidere la riduzione dei balzelli previsti nelle compravendite.
Si riuscirebbe così a rimettere definitivamente in moto il gigantesco settore, che comprende l’edilizia e l’arredamento, da sempre grande produttore di occupazione.

IL CALO DEI PREZZI – Partiamo dal dato che è l’emblema della crisi del mattone, nonché della sua ripresa: i prezzi delle abitazioni, secondo l’Istat, negli ultimi cinque anni sono scesi del 14%. Una riduzione che ha colpito sia le abitazioni nuove che quelle «anziane», rispettivamente del 19,0% e dell’1,9%. Ha favorito la formazione degli attuali prezzi convenienti, che hanno spinto gli acquisti da parte di chi era riuscito a farne a meno nonostante matrimoni e nuovi figli, ricorrendo agli affitti o alla coabitazione con i genitori.A questo punto è sopraggiunto l’aumento della concessione dei mutui casa, secondo l’Abi cresciuto nei primi otto mesi dell’anno dell’86% rispetto al 2014, a prescindere dalle surroghe. Mentre un paio di banche nazionali, avvertendo i segni della ripresa del mercato immobiliare, si sono inserite attivamente nel settore delle vendite (suscitando le proteste delle agenzie immobiliari).

LA SITUAZIONE IN CIFRE – Tutto questo ha creato una dinamica che può essere rappresentata da pochi quanto eloquenti dati. Le compravendite degli immobili nel secondo trimestre dell’anno sono aumentate del 6,8% sul 2014. In particolare sono cresciute dell’8,2% quelle delle residenziali (del 10,3% le commerciali). A stentare ancora sono i locali destinati alla vendita al dettaglio che continuano evidentemente a risentire del freno dei consumi interni.

DALL’ESTERO – All’incremento delle vendite hanno contribuito anche compratori stranieri che negli ultimi tempi non si sono interessati solo alle città d’arte. La Puglia in questa nicchia ha fatto passi da giganti risultando al terzo posto, dopo la Toscana e la Liguria, nella classifica delle regioni che hanno più attirato gli stranieri (le simpatie maggiori dai belgi). Nel primo semestre del 2015 ha registrato un confortante incremento di vendite: del 45,5% sul 2014.

LE CONCLUSIONI – Tutto bene, quindi? Non si può ancora dire. Occorre ora attendere il (previsto) aumento dei prezzi, naturalmente dopo un periodo di stabilità che si sta chiaramente imboccando. Se negli anni «neri», cioè dal 2007 al 2013, si procedeva con notevoli diminuzioni annue (in media del 7%), attualmente si va con cali meno preoccupanti e vistosi. Nel secondo trimestre 2015 appena dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 3,0% sul 2014.Cali ridotti soprattutto sulle abitazioni esistenti il cui acquisto (in aumento) produce un altro effetto benefico: si tratta spesso di unità che vengono ristrutturate e quindi (oltre a ridurre la cementificazione causata da nuovi edifici) tornano a nuova vita grazie all’intervento di imprese edili che si sono specializzate nelle ristrutturazioni (che creano occupazione).A BARIPer quanto riguarda Bari, il capoluogo pugliese è in linea con la media nazionale. Nella prima parte del 2015 è risultata soddisfacente la performance delle compravendite che nei primi 6 mesi dell’anno, rispetto al pari periodo del 2014, hanno segnato +23,2% con un incremento del 42,9% su base trimestrale. Per effetto anche del calo dei prezzi che continua a farsi notare, ma in modo meno evidente: il 3,2% rispetto al semestre precedente.Il risultato? Attualmente, grazie alle quotazioni crollate nel periodo 2007/2013, si riesce a pagare una casa in pieno centro a 3.000 euro a metro quadro, cifra destinata a rivalutarsi. Segno che il mattone può di nuovo tornare ad essere un bene rifugio.

D’altra parte, proprio in questi giorni è in corso la collocazione di 134 milioni di azioni di una holding di immobili di prestigio situati in tutt’Italia, Bari compresa.
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