La gestione del mercato ittico secondo l'ex Consorzio

Il 22 aprile prossimo dinanzi al Tribunale ordinario di Foggia inizierà la causa che vede alla sbarra l’intero Consiglio di amministrazione del Cons

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Il 22 aprile prossimo dinanzi al Tribunale ordinario di Foggia inizierà la causa che vede alla sbarra l’intero Consiglio di amministrazione del Consorzio di gestione del mercato ittico di Manfredonia dichiarato fallito nel gennaio 2014. Complessivamente sedici componenti in rappresentanza delle Cooperative pescatori, del Comune di Manfredonia, della Provincia di Foggia, della Camera di Commercio di Foggia, chiamati a risarcire con circa seicento mila euro la Curatela fallimentare in quanto “non hanno adempiuto – è l’accusa – con diligenza ai doveri del proprio ufficio”.
Una addebito che naturalmente i componenti di quel Coniglio respingono. <Sulla gestione del mercato ittico si dice di tutto e di più, ma nessuno parla del suo futuro e ovviamente non si analizza la contestualità dei vari eventi che hanno caratterizzato la vita del mercato stesso>, afferma Nunzio Stoppiello, presidente del Consorzio che accompagnato dal alcuni componenti del Consiglio, ha tenuto una conferenza stampa per raccontare la loro verità.
Il Consiglio di amministrazione con Nunzio Stoppiello presidente, ha iniziato a gestire il mercato nel 1992 <quando il conferimento del pescato era al di sotto di due miliardi di lire con una perdita annua di 300-400 milioni di lire>. In due anni il Consorzio ha eliminato la debitoria di circa 600 milioni portando il conferimento del pescato annuo da 2-3 miliardi di lire a 8-9 milioni di euro e alla creazione di venti posti di lavoro. <Senza l’intervento e la guida tecnica del Consorzio, oggi – afferma l’ex presidente – il mercato sarebbe ridotto ad un rudere>. L’escalation positiva continua fino al 2007 quando il valore in euro del pescato ha toccato i tredici milioni. Poi la discesa.
<Dal 2007 – ricorda Stoppiello – il susseguirsi di eventi straordinari hanno messo in ginocchio uno dei settori vitali dell’economia manfredoniana fino al blocco delle attività. Prima il problema della mucillagine che ha bloccato la pesca per circa sei mesi; poi nel 2008 il caro gasolio che ha destabilizzato l’intera marineria, non ultimo il cambio dell’assetto commerciale che ha portato la grande distribuzione alla vendita dei prodotti ittici togliendo mercato alle produzioni locali con forte ricaduta sui prezzi di produzione; infine le norme le norme comunitarie restrittive che hanno ancor più chiuso in una morsa la pesca locale>.
Nel frattempo il numero delle motopesca è sceso dalle circa seicento unità alle attuali meno di centocinquanta. Con quali ripercussioni economiche e sociali è facile immaginare.
<Una situazione complessa che ha determinato – rileva Stoppiello – il calo del conferimento del pescato e di conseguenza la crisi finanziaria del Consorzio segnalata all’amministrazione comunale. Una situazione grave che nonostante gli appelli, non ha richiamato l’interesse di quanti avrebbero dovuto per capire cosa stava succedendo e soprattutto si adoperassero per cosa fare per rilanciare la pesca e il settore in agonia. Abbiamo riscontrato – lamenta – solo pettegolezzi, polemiche e beghe politiche, con il il classico e facile scarica barile. Tutte le responsabilità sono cadute su chi per tanti anni ha gestito con responsabilità il Consorzio>.
Il dito accusatore viene puntato verso la classe politica. <Nessuno – afferma – è intervenuto, ad eccezione di qualche amministratore che ha riconosciuto la delicata e preziosa attività svolta dal consiglio di amministrazione del Consorzio per tenere in piedi il mercato ittico>.
Michele Apollonio

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