Aggredirono due stranieri in centro a Manfredonia, identificati tre giovanissimi ora sottoposti a misura cautelare

Era bastato un semplice “ciao” per scatenare un’aggressione di una violenza inaudita. Vittima un ambulante extracomunitario. Il fatto risale a settem

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Era bastato un semplice “ciao” per scatenare un’aggressione di una violenza inaudita. Vittima un ambulante extracomunitario. Il fatto risale a settembre 2014: il gruppo composto da sei ragazzini aveva incrociato l’ambulante sul corso principale di Manfredonia, e lì un pretesto futile come un saluto aveva causato l’esplosione di violenza. Il branco aveva colpito lo straniero anche con coltelli e tirapugni. L’uomo si era accasciato al suolo, inerme. In suo soccorso era intervenuto un altro extracomunitario, ma il gruppo gli  aveva riservato lo stesso trattamento prima di allontanarsi, con alcune ragazzine al seguito, minacciando di morte le due vittime a cui erano stati strappati di mano i cellulari per evitare che chiamassero la polizia. A lasciare il luogo dell’aggressione per ultimo era stato un 22enne identificato come Francesco Chiarista, arrestato nel frattempo per altri episodi delinquenziali durante le manifestazioni per il Carnevale. Le indagini condotte dal locale commissariato hanno portato all’identificazione di altri due componenti del gruppo, Cristian Gatta di 19 anni e Giuseppe Conoscitore di 20. Secondo il GIP del Tribunale di Foggia, dott. Dello Iacovo e il PM titolare della indagini, dott.ssa Pirrelli, furono proprio loro tre ad avere un ruolo chiave nelle aggressioni, il Giudice per le Indagini Preliminari ha infatti messo in evidenza come la dotazione di coltelli e noccoliere nonché il numero di complici utilizzati per semplificare la sopraffazione e la mortificazione delle vittime siano la spia di personalità tendenzialmente violente e a rischiodi  ricaduta criminosa. Per Chiarista è stato disposto il divieto di dimora a Mnafredonia, mentre per Gatta e Conoscitore l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. L’episodio era stato manifestato anche dall’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori e l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva aperto un’istruttoria.


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