A Manfredonia ha vinto la democrazia (di S. Cavicchia)

Una riflessione immediata, a caldo, sui risultati delle primarie del candidato Sindaco a Manfredonia s’impone, riservando il necessario approfondiment

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Una riflessione immediata, a caldo, sui risultati delle primarie del candidato Sindaco a Manfredonia s’impone, riservando il necessario approfondimento ad un momento successivo. Ha vinto la democrazia sia per la grande partecipazione (oltre 12.300 votanti) sia per l’evidente manifestazione della rottura di un dominio politico che un gruppo di persone ha da vent’anni sulla città, sia, soprattutto, per gli spazi di partecipazione sociale attiva che si aprono. Finalmente chi governa la città dovrà fare i conti con questa grande volontà di cittadini che si sono espressi negativamente (oltre 5.000 votanti) sulla sua capacità a svolgere il ruolo di Sindaco. Soprattutto non potrà in questi mesi di fine mandato continuare a gestire l’A.C. come se ne fosse l’amministratore delegato, o, peggio ancora, il deus ex machina. È lampante il desiderio di cambiamento che Manfredonia ha espresso. Pur avendo l’appoggio di tutta la coalizione, e di altri partiti e gruppi fuori dalla coalizione, Riccardi ha preso il 56% dei votanti, circa 7.000 voti. Poco, se si tiene conto che alle ultime elezioni comunali aveva preso oltre il 72% dell’intero elettorato, alla luce anche del fatto che le primarie erano presentate come se si dovesse eleggere direttamente il Sindaco. Molto poco, se si considera la mobilitazione messa in atto da Riccardi, il rilevante dispendio di mezzi, risorse economiche e uomini, l’apparato e l’esercito al suo servizio in grado di raggiungere chiunque e dovunque, la forza clientelare che oggettivamente ha chi gestisce il potere amministrativo locale, l’appoggio dei parlamentari manfredoniani e provinciali. Egli ha mobilitato tutte le sue truppe, possibili ed immaginabili (ed anche le truppe degli altri partiti e gruppi), eppure non è riuscito ad andare oltre il 56% dei voti; ha raschiato, perciò, il fondo del barile di tutte le sue reti di relazioni e di intreccio di interessi costruiti meticolosamente e scientificamente in oltre vent’anni di potere politico ed istituzionale, occupato in tanti ruoli. Egli si è giocato la partita della sua vita e, pertanto, ha usato tutte le carte che aveva in mano (ed anche le carte in mano altrui). Si pensi solo che senza gli oltre 1.500 voti di preferenza nelle ultime elezioni amministrative di Giandolfi e di A. R. Prencipe, che in questa occasione l’hanno sostenuto nonostante fossero stati dimissionati perché non godevano più della sua fiducia, e senza quelli del centro destra Riccardi avrebbe perso. Se dovessimo conteggiare, poi, solo i voti di chi tradizionalmente vota PD, Riccardi avrebbe perso ancor più sicuramente in quanto l’elettorato PD si è a maggioranza espresso a favore di G. Prencipe. Riccardi, quindi, non può cantare vittoria ed ancor meno vivere sugli allori; dovrà fare i conti con la dura realtà di una perdita forte di consenso; anche i partiti dentro e fuori la coalizione, soprattutto quelli che si richiamano alla vecchia e alla nuova sinistra, che l’hanno sostenuto dovranno fare una riflessione, a livello locale e provinciale, su sé stessi e sul ruolo che giocano, di conservazione o meno, nel nostro territorio, poiché Manfredonia è e rappresenta una situazione emblematica dell’intera provincia.

LA BATTAGLIA VA CONTINUATA CONQUISTANDO LA FIDUCIA DEL VOTO LIBERO E DI CHI DA TEMPO NON VOTA

C’è stata, quindi, una vittoria della democrazia a Manfredonia. Non solo. Il risultato delle primarie evidenzia che ci sono tutte le condizioni affinché il nuovo, una Manfredonia Nuova, possa rinascere, possa vincere alle prossime elezioni amministrative se G. Prencipe riconosce che la battaglia intrapresa con le primarie va continuata nella città, tra la popolazione, soprattutto tra i cittadini, e sono tantissimi, che da tempo si astengono dal voto ed esprimono così il loro disgusto per una politica fatta non per il bene comune, ma per i miseri interessi di pochi, di una casta, di mestieranti della politica che l’hanno trasformata da attività nobile al servizio del bene comune, in una attività al servizio di se stessi. Questo dato è evidenziato dal fatto che G. Prencipe è riuscito ad intercettare, solo in parte il voto libero e di opinione; moltissimo c’è da fare in questa direzione nei prossimi cinque mesi, battendo palmo a palmo la città, parlando con le persone e le famiglie, nei quartieri, nelle periferie, nelle case, faccia a faccia, infondendo fiducia che è ora di cambiare, è necessario cambiare, poiché questo cambiamento è un bene per tutti, è un bene comune. Un bel segnale di coerenza in questa direzione sono le dimissioni di Zingariello, il quale così potrà impegnarsi ad attivare quel mondo renziano della prima ora che rappresenta ed esprime addirittura a livello nazionale. Deve fare politica, indicare idee e proposte per la città, uscire fuori dalla logica della semplice gestione di un potere amministrativo di un settore, opere pubbliche e servizi urbani, che, pur dandogli forza e visibilità, lo chiude e lo imprigiona nei meccanismi dei soli interessi materiali ed economici, con tutte le ambiguità del caso. Ha acquisito una competenza che ora va spesa, prefigurando una città non più fondata sulla speculazione, una città armoniosa, che favorisce solidarietà, sviluppo di senso di comunità, benessere sociale.

GAETANO PRENCIPE NON È SOLO, NON SARÀ SOLO

Gaetano Prencipe non è solo, non sarà solo se intraprenderà questa battaglia, o direttamente o sostenendola o in altre possibili forme, non sarà solo ad attraversare questo deserto che i potenti ed i mestieranti della politica hanno costruito nella città e nelle nostre coscienze. Ha accanto a sé tanti giovani genuini, tanta gente che gli ha dato e/o ridato fiducia, che ritiene valide le sue proposte programmatiche, l’idea di città solidale e partecipata che propone. Un’aria più pura e pulita, un’alba più limpida, un avvenire migliore per i nostri figli e nipoti è ora possibile a Manfredonia.

Buon Natale e Buon Anno a tutti.

Silvio Cavicchia

Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia”

silviocavicchia@libero.it

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