Puglia sciopero Generale adesione dal 50 al 70%

"La Puglia si è fermata. Lo sciopero ha registrato percentuali di adesione dal 50 al 70%, segnale inequivocabile che il sindacato non vive sulla luna

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“La Puglia si è fermata. Lo sciopero ha registrato percentuali di adesione dal 50 al 70%, segnale inequivocabile che il sindacato non vive sulla luna come vuol far credere il Governo, ma ha interpretato al meglio il malcontento dei lavoratori italiani e pugliesi nei confronti di una Legge di Stabilità e di un Job’s Act che tolgono dignità al lavoro, riducono sensibilmente i diritti dei lavoratori, senza aprire alcuna prospettiva per un futuro di crescita e sviluppo”. Lo afferma Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia, che commenta con soddisfazione l’esito dello sciopero odierno. “Le principali realtà produttive regionali – spiega – hanno visto picchi di adesione altissimi: dalle aziende del comparto agroalimentare del Foggiano all’Ilva di Taranto, dallo stabilimento petrolchimico di Brindisi alle aziende della zona industriale di Bari e alla Natuzzi, per finire ai lavoratori del pubblico impiego e ai pensionati nessuno si è tirato indietro, ma hanno voluto far sentire la propria voce, chiedendo all’Esecutivo di cambiare davvero verso, non solo a parole e con spot da campagna pubblicitaria”.

Nel capoluogo pugliese i cortei dei lavoratori, ai quali si sono uniti numerosi studenti provenienti da tutta la provincia, si sono mossi da da quattro punti della città per confluire in piazza Libertà, nel piazzale antistante la prefettura. Qui, da un palco allestito per l’occasione, gli esponenti dei sindacati si sono confrontati sui motivi dello sciopero. Secondo la Uil, in piazza c’erano circa ottomila persone.

“Le criticità sono tante, troppe – sottolinea ancora Pugliese – eppure nelle riforme del Governo Renzi non v’è traccia di misure concrete per risollevare il Paese dalla crisi: il rinnovo del contratto del pubblico impiego è rimasto sulla carta, i pensionati come al solito sono stati dimenticati, le aziende avranno carta bianca per licenziare senza troppi ostacoli e per aumentare e sfruttare lo stato di precariato di tanti giovani”. Questa è una riforma del lavoro iniqua e unilaterale, scritta a più mani assieme alle maggiori realtà imprenditoriali nazionali -sottolinea – senza tenere conto di chi, finora, più di tutti ha pagato lo scotto della crisi, ovvero i lavoratori, i giovani e i pensionati. Senza dimenticare che le principali vertenze nazionali sono ancora aperte e, onestamente, non si vede come, con queste premesse, si possa uscire dalla recessione in tempi ragionevoli. Per tacere di un Mezzogiorno umiliato, abbandonato a se stesso. Ebbene, oggi tantissimi pugliesi hanno detto basta, hanno chiesto un cambio di passo deciso, prima che sia troppo tardi. E fatto capire a caratteri cubitali che il sindacato, con la propria vicinanza quotidiana ai lavoratori – conclude Pugliese – è ancora un interlocutore credibile e per certi versi indispensabile”.

Secondo i dati di Cgil e Uil, in Puglia ci sono circa 300mila disoccupati e 137 posti di lavoro si perdono ogni giorno. Nel terzo trimestre 2014, infatti, il tasso di disoccupazione generale ha raggiunto il 20,6% rispetto al 19,2% dello stesso periodo dell’anno precedente. In termini assoluti, sono complessivamente 296mila i lavoratori della Puglia in cerca attivamente di occupazione, in crescita di 26 mila unità nell’arco degli ultimi 12 mesi. La crisi colpisce soprattutto i giovani. Molto preoccupante è il costante fenomeno della fuga dei talenti regalati alla concorrenza dei Paesi stranieri. Se in Italia il tasso di disoccupazione dei giovani è al 43,3% (+1,9% sul 2013), in Puglia si stima circa il 55%, con il picco del 60% della componente femminile.

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