Manfredonia, la crisi della pesca: in pochi anni da 540 a 180 pescherecci

La crisi di questi ultimi anni non risparmia nemmeno la marineria di Manfredonia, fino a qualche anno fa tra le più importanti d'Italia. Dal 2000 il

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La crisi di questi ultimi anni non risparmia nemmeno la marineria di Manfredonia, fino a qualche anno fa tra le più importanti d’Italia. Dal 2000 il comparto marittimo è passato da 540 motopescherecci ai 180 di oggi. Un declino inarrestabile che influisce sull’economia locale che nonostante tutto si basa principalmente sulla pesca. Matteo Conoscitore a capo di Unione Pescatori ci spiega le principali cause.

“Intanto i rincari del costo del gasolio, in quasi 10 anni abbiamo assistito ad un aumento del costo del gasolio di quasi il 50% che ha ridotto notevolmente i guadagni ritraibili dalle attività legate alla pesca, mentre i prezzi del pesce alla produzione sono rimasti sostanzialmente invariati, allineati ai valori d’inflazione nazionale.

 Nell’ambito della sostenibilità e riproducibilità delle specie: secondo una ricerca Istat il valore della produzione del pescato dal 1991 al 2009 si è ridotto per il 22,36% per ciò che riguarda le specie di pesce. Per il 27,93% , invece, per ciò che riguarda i molluschi. Segno evidente che un’attività di prelievo dell’uomo incondizionata sull’ecosistema marino ha prodotto una riduzione della massa di pesce.

Infine il venir meno di alcune pesche in deroga, ovvero “pesche speciali”come la pesca del Bianchetto e del Rossetto, attività che da sole potevano incidere sui bilanci delle imprese di pesca  per circa il 40% del valore annuale di fatturato. Attualmente siamo inseriti in un piano di gestione della pesca del Rossetto, che ha visto l’assegnazione di un monte di ore a disposizione per tutta la marineria di Manfredonia. 

La strada da seguire – conclude Conoscitore –  è quella tracciata dall’Unione europea, che incoraggia di fatto le attività legate alla pesca costiera, poco impattanti, e legate all’artigianalità del prodotto. In questo caso sono auspicabili tutte quelle iniziative legate al km 0, che spostano l’attenzione sulle qualità nutritive del pescato, rendendolo un pesce legato alla tradizionalità e al territorio. Unione Pescatori – da circa 6 mesi –  fa un lavoro costante all’interno della marineria nella direzione di far passare questi concetti. Ciò che però sarebbe auspicabile è un dialogo serio e consapevole con tutti gli operatori del settore, nella direzione di fare sistema ed essere più competitivi

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