Sospensione Pap test, botta e risposta Pacilli-Riccardi

Il direttore sanitario Pacilli risponde alla segnalazione del sindaco Riccardi sulla sospensione del Pap test. Dapprima smentisce, ma poi conferma amm

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Il direttore sanitario Pacilli risponde alla segnalazione del sindaco Riccardi sulla sospensione del Pap test. Dapprima smentisce, ma poi conferma ammettendo il periodo di fermo.

Ci vorrà ancora un mese per far riprendere “il programma di prevenzione del carcinoma della cervice uterina” (meglio noto come Pap test) e un lasso di tempo ben più ampio, che dovrebbe essere tra i sei e i dodici mesi, per “attivare il servizio di Istologia e Anatomia Patologica presso il P.O. di San Severo”. Queste le rassicurazioni, o presunte tali, scritte dal direttore sanitario, Luigi Pacilli, al sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, a seguito della missiva con cui quest’ultimo si era rivolto all’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, chiedendo la riattivazione del servizio presso il Consultorio di Manfredonia.

Riccardi aveva fatto rilevare come la sospensione del Pap test avesse creato profondi disagi e preoccupazione nella popolazione femminile che gli aveva segnalato la grave mancanza, al pari della coordinatrice territoriale di Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato, Eleonora Pellico.

La lettera con cui Pacilli cerca di fornire spiegazioni pare, a tratti, un esercizio simile al menar il can per l’aia e non ce ne voglia se è questa l’impressione che se ne ricava. Un po’ come nell’esordio, quando si afferma che “l’esecuzione dei pap-test a Manfredonia è attiva, in quanto mai bloccata”, con riferimento a quelli “diagnostici” e ad “adesione spontanea”. Ma più avanti si afferma che la situazione è “estremamente critica” per i pap-test “eseguiti nell’ambito del programma di screening” (?), per i quali viene ammesso che c’è stato “un periodo di fermo”. Non ce ne voglia il dottor Pacilli se ci vengono da fare due sole ipotesi: o ci si vuole aggrappare a terminologie che lasciano il tempo che trovano, non fosse altro che l’esame è uno, oppure il direttore sanitario non è al corrente che se una manfredoniana vuole eseguire il Pap test presso il Consultorio non può farlo. Ancora oggi, nel momento in cui scriviamo.

Certamente vero che un tale esame può essere effettuato presso l’ambulatorio del reparto di Ginecologia del nostro ospedale ma, particolare niente affatto trascurabile, in questo caso occorre sobbarcarsi il costo del ticket, piuttosto che godere di un proprio diritto a costo zero come è, invece, quando ci si rivolge al Consultorio.

Un mese trascorre velocemente se si prende un impegno, seppur il “contiamo di riprendere” scritto dal direttore sanitario Pacilli non infonde tutta questa fiducia. “Passerà, invece, più lentamente – conclude il sindaco Angelo Riccardi – per tutte quelle donne che avrebbero voluto che fossero apportati correttivi più incisivi e tempestivi. Non abbasso la guardia e continuo a seguire con attenzione la vicenda affinché le nostre concittadine possano usufruire dei servizi istituiti, realmente e non sulla carta, nel Consultorio di Manfredonia”.

Matteo Fidanza Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia

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