Guardie Ambientali: fermata attività bracconaggio

Grazie  all’intervento delle guardie ambientali di Manfredonia, è stata fermata un’attività di bracconaggio in corso all’interno dell’area protetta di

Confcommercio presenta progetto di commercializzazione turistica
Pettolata della solidarietà a Manfredonia
Vertenza Inside, Bordo (PD): “C’è uno strano gioco di scatole cinesi; i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo devono intervenire nella vertenza”

Grazie  all’intervento delle guardie ambientali di Manfredonia, è stata fermata un’attività di bracconaggio in corso all’interno dell’area protetta di Oasi Lago Salso dove un cacciatore aveva già fatto fuori 28 anatre di varie specie (germani, canapiglie, alzavole, etc).

 

I volontari delle guardie ambientali della sezione territoriale di Manfredonia Luigi Guerra, Alberto Gatta e Alessandro Manzella, domenica scorsa stavano percorrendo in macchina la provinciale 141 in direzione Zapponeta quando, intorno alle ore 11.15, hanno visto in lontananza una persona attraversare la strada. Giunti sul punto dell’attraversamento, in corrispondenza della immissione a Sciale del Zingari, hanno intuitivamente pensato di fare un controllo.

Fermata la macchina più o meno nello stesso punto in cui avevano intravisto la figura, sono scesi e hanno percorso un breve tratto a piedi individuando un passaggio nel fitto canneto che caratterizza la zona umida.

“Percorrendolo -spiega il responsabile del comando provinciale nonché della sezione sipontina delle guardie ambientali italiane, Manzella- siamo giunti ad una sorta di imbarcadero e abbiamo intravisto tra le cannucce 2 sacchi, un secchio di plastica e altri involucri. Ne abbiamo verificato il contenuto scoprendo, con un po’ di raccapriccio, che nei due sacchi erano state sistemate le anatre appena cacciate, in tutto 28 esemplari, ancora caldi e sanguinanti. All’interno di un contenitore di plastica c’era un richiamo artigianale in legno per anatre, un giubbotto mimetico, una busta contenente 97 cartucce da caccia calibro 12”.

Tutto il materiale rinvenuto, comprese le anatre cacciate, è stato consegnato nelle mani degli agenti della polizia provinciale e posto sotto sequestro.

Il dato preoccupante che emerge all’esito di quest’ultima attività portata a termine dalle guardie ambientali (fermo restando il rischio che esse corrono nell’imbattersi nei bracconieri) è che la caccia di anatre si stava compiendo all’interno dell’area naturalistica compresa nel Parco nazionale del Gargano e considerata la più importante zona umida dell’Italia meridionale, dove in passato si sono registrati altri episodi di caccia e pesca di frodo, abbandono di rifiuti e incendi dolosi. Azioni illegali che si continuano a perpetrare nonostante la presenza di una stazione del corpo forestale dello stato: un presidio istituito nel 2012 e operativo da marzo 2013, il cui compito è di vigilare su circa 17mila ettari integralmente sottoposti a misure di salvaguardia, tutela e conservazione imposte dal Parco nonché dalle direttive comunitarie “habitat” e “uccelli”.
false

COMMENTI

WORDPRESS: 0