UN PIANOFORTE PER LA CITTA'

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Da qualche giorno è stato alloggiato al Teatro Comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia un bellissimo pianoforte a tre quarti di coda realizzato dalla Schiedmayer & Soehne Stuttgartnella seconda metà dell’ottocento. E’ difficile al momento quantificarne l’esatto valore economico, ci sarà modo di farlo ancora più approfonditamente in futuro anche se si può parlare già da ora di cifre sui quattro zeri, ma il suo significato va oltre le mere stime monetarie. Ha valore perché è uno strumento musicale che porta con sé due secoli di storia, di concerti, di maestri celebri e di accompagnamenti per cantanti celebri.

Il pianoforte fu acquistato, sul finire degli anni sessanta, da Pasquale Vetere, appassionato d’antiquariato che volle regalarlo a suo figlio Gino assecondandone l’inclinazione musicale. Lo stesso che poco tempo fa, con la famiglia, ha espresso il desiderio di donarlo alla Città “con la convinzione che potrà ancora far ascoltare il suo bellissimo suono, piuttosto che deperire in qualche vecchio scantinato”. Un gesto che non poteva non meritare l’accoglimento della Giunta Comunale che ha così disposto il trasporto dello strumento, oltre che lo smontaggio e il rimontaggio (operazioni che richiedono esperienza nel settore).

Era proprio Gino Vetere a suonarlo, almeno quando non c’era a Manfredonia il maestro Rolando Nicolosi. Sì, il prestigioso pianista nato in Argentina da genitori romani e che si è saputo conquistare fama internazionale suonando per numerosi Capi di Stato, era solito venire in città per ritrovare quell’affascinante pianoforte (caduto anche di mezzo tono, ma a cui Nicolosi sopperiva con la propria innegabile abilità) e per riabbracciare gli amici del posto. All’interno vi è una chiara testimonianza: la dedica del pianista fatta in occasione di un concerto tenuto a Manfredonia nel quale accompagnò il mezzosoprano Cecilia Bartoli, all’epoca non ancora assurta alle luci della ribalta.

Uno strumento musicale considerabile a tutti gli effetti storico e, quindi, pregiato ed interessante, che è gloriosa testimonianza della scuola costruttiva tedesca e della storia del pianoforte. Lungo 230 centimetri e largo 137, con intarsi in legno, pedaliera a forma di lira e leggio intagliato a traforo, scorrevole e scomponibile.

Tempo fa il maestro Uto Ughi aveva detto che “Dobbiamo riconquistare il ‘diritto alla bellezza’, intesa come arte, cultura, armonia. Dobbiamo farlo soprattutto per le nuove generazioni” ed il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, gli fa in un certo qual modo eco ribadendo innanzitutto che “Non capita spesso che privati facciano dono alla collettività dei propri tesori d’arte e quando ciò avviene si può ben dire che la cultura assume maggiore valenza nella condivisione” e aggiungendo che “la donazione del pianoforte contribuisce ad accrescere il patrimonio artistico della Città ed a continuare a diffondere la cultura musicale tra i giovani”.

Più in là verranno valutati gli interventi necessari per il restauro del pianoforte, in buone condizioni ma che porta con sé i segni dei due secoli vissuti fin qui; interventi che riguarderanno presumibilmente la meccanica dello strumento: le corde, i martelletti, le cavigliere.

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia

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