Francesca e Angelica scrivono a Barilla: "Sponsorizza il nostro matrimonio"

Di Francesca e Angelica, due manfredoniane legate da una relazione sentimentale lunga oltre sette anni, si era parlato già tempo fa, dopo il chiacchie

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Di Francesca e Angelica, due manfredoniane legate da una relazione sentimentale lunga oltre sette anni, si era parlato già tempo fa, dopo il chiacchierato scatto fotografico con il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, con il quale, nelle settimane a ridosso delle primarie del centrosinistra, lo stesso apriva ad una legge sulle unioni civili.Oggi, cavalcando l’onda polemica scatenata dalle dichiarazioni di Guido Barilla sulla “famiglia tradizionale” (dichiarazioni che hanno indignato il mondo LGBT e non solo), le due sipontine tornano alla carica e, incassate le scuse del patron del marchio, rilanciano: se è vero che l’azienda è per tutte le famiglie e non solo per quelle formato uomo-donna allora perché non sponsorizzare il matrimonio (simbolico, s’intende) delle due sipontine?Il guanto di sfida è stato lanciato. Per Francesca e Angelica sarebbe un segnale vero e concreto a favore delle nozze gay. Così, la coppia ha scritto una lettera a Guido Barilla, alcuni stralci della quale sono stati ripresi e pubblicati da QueerBlog, il megazine LGBT, in un articolo di Roberto Russo. “Siamo insieme da circa sette anni – spiegano – affrontando immense difficoltà: una casa in affitto, le bollette che spregiudicatamente arrivano con puntualità, il condominio, la rata della finanziaria per l’acquisto della nostra camera da letto… Insomma tutte quelle difficoltà “tipiche” della famiglia italiana all’ombra della crisi violenta che stiamo vivendo”.“A tutto ciò – si legge ancora nella lettera – si aggiunge il fatto che Angelica lavora presso una coop sociale per la modica somma di 450 euro circa al mese, mentre Francesca (la penna che le scrive in questo momento) è disoccupata. Come vede, nulla di meno “tradizionale” delle altre famiglie”. Ciononostante non vogliono rinunciare a celebrare pubblicamente il loro rapporto. “Si tratterà chiaramente di un rito simbolico perché, come lei sa, in Italia l’ordinamento giuridico attuale non ci consente di avere alcun diritto. Ma noi un segnale vogliamo darlo. E lo daremo”.


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