Pesca tartufi di mare, divieto solo per attrezzi diversi da traino

Pesca e commercio di tartufi di mare: avanti le attività di una decina circa di natanti del compartimento marittimo di Manfredonia. Così dopo una rece

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Pesca e commercio di tartufi di mare: avanti le attività di una decina circa di natanti del compartimento marittimo di Manfredonia. Così dopo una recente analisi di quanto disposto dal Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2000 – Disciplina della pesca dei molluschi bivalvi, relativo al periodo 1° giugno/ 31 luglio di ogni anno, il quale dispone infatti all’articolo 1 che “le disposizioni del presente decreto si applicano alla pesca dei molluschi bivalvi con attrezzi diversi dagli attrezzi da traino”. Dunque, tutti i natanti impegnati nella pesca dei tartufi di mare con traino per molluschi potranno continuare regolarmente nelle proprie attività.

La notizia è stata comunicata a Stato da alcuni privati, anche in seguito a recenti rimostranze e successivi controlli per la presunta pratica abusiva di pesca, con ipotetici “ingenti quantitativi” del prodotto ittico presenti “in magazzini di Manfredonia”.DM 22.12.2000: DIVIETO PESCA TARTUFI DALL’01 GIUGNO AL 31 LUGLIO. Come detto, in base alle disposizioni dell’articolo 6 del Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2000 – Disciplina della pesca dei molluschi bivalvi – “dal 1° giugno al 31 luglio” è vietata la pesca dei tartufi di mare, con possibilità di esercizio degli altri mestieri di pesca autorizzati nella licenza “previo sbarco degli attrezzi destinati alla cattura dei molluschi bivalvi”. Più noto come tartufo di mare, il Venus verrucosa è un mollusco bivalve della famiglia Veneridae. In Campania viene denominato taratufo; a Bari noscia riale. Questo bivalve cresce nelle matte delle praterie di Posidonia oceanica; la raccolta effettuata tramite draghe provoca spesso il danneggiamento anche grave della suddetta prateria.

“Circa una decina di natanti del Compartimento marittimo di Manfredonia, e lo stesso dicasi per i sub – aveva denunciato dei privati – pur a conoscenza del divieto espresso, continuano a pescare, commercializzare e detenere i tartufi nei magazzini. Si tratta di una grave violazione, che non tiene conto del fermo dettato dalla riproduzione dei molluschi”. La commercializzazione illegale provocherebbe danni ai pescatori in regola con i permessi, con le contribuzioni assistenziali e previdenziali, “originando concorrenza sleale”. I sub – e quanti non in regola – cederebbero a prezzi più bassi il prodotto che finisce sui banchi di vendita “ad altre condizioni”.

Da raccolta dati, il tartufo di mare viene commercializzato – in condizioni regolari – a “10 euro al chilo“. Le dieci imbarcazioni (con autorizzazioni al traino per molluschi) riuscirebbero a pescare illegalmente “dai 50 chili al quintale per ogni uscita”. Per i sub (una ventina) si parla di “20/ 30 chili di pescato”. Per gli orari di uscita: dalle ore 3/4 del mattino alle 17/18 del pomeriggio per i natanti – che si spingono al largo di Margherita/Zapponeta – dalle ore 7.30 alle 12 per i sub, impegnati nella pesca illegale a 2 miglia dalla costa di Macchia, fino a Sciale degli Zingari.

Si ricorda che sono 280 circa i natanti del Compartimento marittimo di Manfredonia, con fermo biologico atteso invece dai primi giorni di agosto fino a metà settembre.PRODOTTO IMPORTATO ANCHE DALLA GRECIA. Contestazioni ci sono state anche per presunta importazione di tartufi di mare dalla Grecia, con prodotti che si differenzierebbero da quelli del Golfo per un colore più chiaro e che molto spesso verrebbero confezionati e fatturati riportando la dicitura: ‘prodotti pescati nel Mare Adriatico’”.

In ogni modo, le attività di pesca dei natanti di Manfredonia andranno regolarmente avanti , in considerazione delle disposizioni dell’articolo 1 del Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2000 che consente la pesca con traino per molluschi. Al contempo gli stessi proprietari delle barche confidano in uno spostamento dei 30 giorni di fermo disposti a luglio a ottobre/novembre. Una richiesta in tal senso sarebbe stata inoltrata da alcune cooperative di settore di Manfredonia al MIPAF.
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