5Stelle Manfredonia: intervento strutturale per il depuratore

IL depuratore di Manfredonia necessita di un intervento strutturale, adeguando la capacità del normale processo di depurazione alla quantità delle acq

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IL depuratore di Manfredonia necessita di un intervento strutturale, adeguando la capacità del normale processo di depurazione alla quantità delle acque reflue che riceve. L’adeguamento garantisce il naturale processo di depurazione, grazie ai ‘batteri buoni’ che trasformano i liquami in fanghi”. E’ quanto dicono in una nota i Sipontini a 5 Stelle di Manfredonia, che attraverso una lunga analisi rilanciano delle osservazioni sull’impianto del centro sipontino.

“Nell’estate 2010, si verificavano versamenti di liquami maleodoranti nel canale del torrente ‘alti fondali’. Torrente tra due zone balneabili: lido Nettuno e lido Aurora. Lo sgradevole evento, causato dalla rottura della condotta principale, che porta i reflui delle abitazioni al depuratore, (sarebbe derivato,ndr) da un sovraccarico di pressione. Per l’esecuzione dei lavori di manutenzione, si optava per una deviazione attraverso un tubo di scarico provvisorio – scrivono nella nota i Sipontini 5 Stelle – versando le acque reflue nel torrente del Consorzio di Bonifica. Nella circostanza, il mare delle località balneari di ‘Siponto’, assumeva un colore giallastro. I bagnanti che affollavano i lidi di ‘Siponto’ (avrebbero intuito, ipoteticamente,ndr) che si faceva riferimento ad acque reflue da scarichi di fogna. All’evento, per motivi inspiegabili, si diede scarso rilievo evitando di attribuire l’inconveniente al depuratore”, secondo l’opinione dei Sipontini 5 Stelle.

“Diversi depuratori pugliesi non sono a norma – continuano – tant’è che, grazie all’intervento della Guardia Costiera e dell’Arpa Puglia, ad alcuni depuratori delle Capitanata, gestiti da Pura s.r.l. di AQP, è stato contestato il mancato rispetto delle norme ambientali previsti dalla L.152/2006. Ad alcuni depuratori veniva contestata perfino la mancanza di autorizzazioni da parte della Regione Puglia per gli scarichi in acque superficiali. Per gli scarichi del depuratore di Manfredonia, nessun cenno; non una foto o un video”.
“Nell’estate del 2011, in Zona Acqua di Cristo, sempre a Manfredonia, si verifica un altro incidente: la rottura della tubazione fognaria con il relativo versamento in mare dei liquami. Grazie alle denunce dei cittadini, venivano eseguiti prelievi, in mare, dai tecnici dell’Arpa. Le analisi accertavano che la zona era contaminata da batteri patogeni, nella fattispecie ‘coliformi fecali’”, scrivono i sipontini 5 Stelle. “La zona venne sottoposta al provvisorio divieto di balneazione”.
“Ancora una volta ci preme evidenziare che, per l’area di balneazione ‘Castello- spiaggia libera’ e fino a ‘Cala delle Sirene’, nonostante l’alta densità di bagnanti, è esclusa dai prelievi programmati da parte dei tecnici dell’Arpa (come prontamente segnalato da Sipontini a 5 Stelle). Come mai il Comune di Manfredonia non intervenne in modo preventivo e perentorio?”.
L’ultimo incidente si è verificato nell’aprile del 2012. Nella banchina di ponente, del porto di Manfredonia, a causa di una ulteriore rottura, si sarebbero riversati, nello specchio d’acqua del porto di Manfredonia, tutte le acque degli scarichi fognari delle aree Monticchio, Croce, Algiasiro, Via Tribuna e Via Di Vittorio. Dai tombini del porto e dalla tubazioni adiacente la cabina di pompaggio, sarebbero fuoriusciti liquami maleodoranti; creando disagi alle attività lavorative del posto”.
“Con l’esperienza del passato e con la nuova stagione balneare alle porte, nasce spontanea la domande: Le rotture sono causa della maggiore affluenza di turisti? Questo (immagine in alto,ndr) lo scarico del depuratore di Manfredonia. Si trova a circa 1,5 Km dal depuratore; sotto il ponte del fiume Candelaro sulla strada per Zapponeta, prima dello svincolo di Sciale delle Rondinelle. E’ qui che, quotidianamente, nel Candelaro, che sfocia nel golfo di Manfredonia, si riversano tantissimi metri cubi di acque reflue”.

Si deve supporre che, le acque scaricate alla foce del Candelaro, siano depurate. Le acque reflue trattate (refluo chiarificato) vengono convogliate in una condotta per poi finire in acque superficiali (corsi d’acqua, mare, ecc.). Detti reflui, se rispettano determinati parametri, possono essere usate anche per l’irrigazione in agricoltura. Dallo scarico quindi dovrebbero uscire acque depurate e limpide”.

 

“Da alcuni campioni da noi prelevati, a valle del depuratore in due periodi, rileviamo che, tra la mattina e il primo pomeriggio, dagli scarichi fuoriescono acque torbide di colore marrone-giallastro maleodorante. Il campione di fig. 1 è stato prelevato al mattino. Dopo circa 5 ore, è stato prelevato il campione di Fig.2. I due campioni Fig.1 e Fig.2 , dopo alcune ore si schiariscono e presentano differenti quantità di residui fangosi (Fig.1a e Fig.2a). Prima di sera, l’acqua sembrerebbe essere diventata più opaca, con emanazione di un odore di cloro, più pulita e priva di residui fangosi (poltiglia)”.

“Per questo siamo orientati a desumere che, a Manfredonia, la depurazione potrebbe avere difficoltà nei processi. Difficoltà derivanti dal fatto che, secondo il nostro parere, durante le ore di maggiore attività umana, il depuratore di Manfredonia, a causa di un sottodimensionamento, non riuscirebbe a trattare la quantità di acque reflue per l’intera popolazione. Difficoltà che crescerebbero con l’aumentare delle presenze durante il periodo estivo. Questo potrebbe giustificare le varie rotture che si sono verificate negli anni addietro. Dai campioni prelevati diventa naturale supporre che, non riuscendo a smaltire e depurare tutte le acque che confluiscono nel depuratore, quando le attività della cittadinanza diventano più intense, si è costretti a sversare, con l’acqua, anche i fanghi”.

“E’ opportuno rilevare che AQP Spa, tramite PURA s.r.l. che sembra sia stata incorporata da AQP, gestisce 180 depuratori nel territorio pugliese. PURA s.r.l., in più occasioni, è stata condannata a pagare contravvenzioni per irregolarità nella gestione dei depuratori. Contravvenzioni che, purtroppo, si riducevano a poche migliaia di euro e quindi non impensieriva più di tanto il gestore. Tutte le autorità dovrebbero conoscere bene il problema, ma nessuno si è mai preso la briga di analizzare l’acqua che esce da quei scarichi. Per ora, noi Sipontini a 5 Stelle, ci limitiamo a denunciare, attraverso gli organi di stampa, questa situazione; nella speranza che, gli organi deputati ai controlli, possano intervenire, in modo definitivo, per una possibile soluzione al problema”.

“Tuttavia non possiamo esimerci, come cittadini, dal sollevare alcuni interrogativi: Se noi, semplici cittadini, abbiamo riscontrato i dati evidenziati, come mai l’Arpa di Foggia, deputata alla vigilanza del depuratore, non è mai intervenuta?. Forse non è l’organo competente in materia?; Se l’Arpa ha riscontrato delle irregolarità, come mai non denuncia alle autorità competenti il mancato rispetto delle norme sull’ambiente da parte di AQP (unica responsabile visto che ha incorporato PURA s.r.l)? Se dallo scarico escono acque reflue non depurate, evidentemente non avviene la trasformazione dei liquami in fanghi; a cosa serve il registro di carico e scarico dei fanghi? Come mai l’Assessore all’ambiente del Comune di Manfredonia non denuncia l’ipotetico sottodimensionamento delle vasche rispetto alla popolazione di Manfredonia, anche in previsione dei nuovi comparti?”.
“La nuova stagione balneare è iniziata. La zona costiera di Manfredonia è già frequentata da diversi bagnanti. La nostra preoccupazione è che possano verificarsi ulteriori incidenti a causa dell’aumento delle presenze sul nostro territorio. Quali iniziative si stanno adottando per prevenire possibili incidenti? Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Per tali responsabilità dovrebbe sollecitare l’Asl e l’ARPA Puglia a intensificare i controlli durante il periodo estivo e, qualora si dovessero riscontrare nelle aree di balneazione, presenze di agenti patogeni nocivi per la salute pubblica, intervenire tempestivamente vietando la balneazione, onde evitare il propagarsi d’infezioni di vario genere”.
“Il sindaco, oltretutto, quale responsabile della condizione di salute della popolazione, in considerazione del sottodimensionamento del depuratore di Manfredonia, non dovrebbe solo limitarsi a sollecitare l’Asl e l’ARPA Puglia, per controlli più stringenti ed efficaci, bensì, prodigarsi nella ricerca di soluzioni definitive per il depuratore di Manfredonia; onde evitare il ripetersi d’incresciosi eventi come quella delle rotture dei ‘condotti’ e il versamento di acque non depurate nel nostro mare. La difesa della salute dei cittadini non è barattabile con altri interessi”.

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